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Virologi, ministri ed esperti hanno già deciso: passeremo il Natale da soli

Pietro De Leo
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Gioite tutti, Gesù è nato, e tanti auguri al virologo rinomato. Pieghiamo allo spirito del momento una celebre filastrocca natalizia contenuta in un film di Fantozzi, noi oramai ridotti a milioni di Ragioner Ugo, «inferiori» appesi alle dichiarazioni dei celebratissimi scienziati, o degli uomini di governo, per capire che ne sarà di noi. Di lavori, amori, cene e allegria, soldi e domeniche. E il Natale. Sì, perché ora l’ultima ondata di suspance è proiettata sulle Feste, senza troppe illusioni ovviamente, come è refrain di questi mesi. Tanto ormai l’articolo 1 della Costituzione è la Legge di Murphy, se qualcosa può andar male, lo farà. E allora ecco che, a sentire i dispensatori dei nostri attimi di vita, dobbiamo rinunciare ad un Natale come riscossa di gioia piena in questo anno da incubo.

«Natale e Capodanno sono due grandi feste, se lo affrontiamo con lo spirito con cui abbiamo affrontato ferragosto non ne usciamo più», ha detto a SkyTg24 l’infettivologo del Sacco di Milano Massimo Galli, grande tifoso del lockdown generalizzato. Sempre a Sky, Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, ha osservato: «Sarà un Natale di estrema prudenza, in cui la circolazione del virus sarà ancora intensa: non saranno possibili, secondo me e secondo i dati, cenoni "aperti" e assembramenti».

Dalle parti del governo, il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Francesco Boccia, a L’Aria che Tira su La7 ha affermato che le Feste saranno all’insegna del «nucleo familiare più stretto». 

Un po’ di luce dalla grata arriva attraverso le parole del viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, che a «Un Giorno da Pecora» ha espresso uno scenario vagamente più ottimistico: «Mi immagino un Natale in cui potremmo fare molto meno dell’anno scorso, è evidente, ma se riuscissimo ad avere una stabilizzazione della curva potremo considerarci in area gialla o arancione, una giusta via di mezzo che consenta delle attività, ovviamente con delle protezioni che abbiamo imparato ad utilizzare». Sul fatto se si possano ospitare o meno altre persone a casa, Sileri ha detto: «Secondo me sì, non numerose è chiaro, ovviamente nei limiti del minimo possibile e sempre con protezione». E in questa situazione il capolavoro lo fa Conte, che addirittura si trova a ricevere la pre-lettera a Babbo Natale. Chiaro, oramai i bambini credono che serva un Dpcm pure per far partire la slitta e a quanto pare si rivolgono al premier. Come ha fatto Tommaso, 5 anni, preoccupato di non trovare i suoi meritati regali. Il Presidente del Consiglio ha risposto su Facebook, rassicurando il piccolo: l’adorabile vecchio con barba e gli stivaloni, avrà diritto ad «un'autocertificazione internazionale può viaggiare dappertutto e distribuire regali a tutti i bambini del mondo».

Meglio, almeno lui, può fregarsene delle zone rosse e arancioni. Per noi comuni mortali, a quanto pare, niente tombolate di massa, cenone di famiglia. Feste di scuola o aziendali ovviamente nemmeno a parlarne. Idem per la cena annuale del calcetto, delle bocce, del corso di pittura, dell’associazione amici del francobollo. Il rovescio della medaglia positivo, magari, sarà che salteremo un giro con il cugino antipatico o la cognata acida. Epperò sarà un Natale, a quanto pare, assai scolorito e difficoltoso. Forse nemmeno Fidel Castro, quando era in vita grande nemico delle Festività, avrebbe potuto desiderare tanto. E poi questo non sarebbe un virus comunista!
 

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