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Boom di adesioni ma il governo ignora le dieci proposte degli scienziati
Il lockdown si poteva evitare se solo il governo non avesse ignorato l'allarme degli scienziati. Ed ora è quantomai necessario che l'esecutivo agisca in tempo. Ha superato le 30.000 firme la petizione, indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza, "Covid19: il Governo faccia ora quel che non si è fatto prima”. Lo rendono noto i proponenti, Fondazione Hume e Lettera150.
La petizione, primi firmatari Luca Ricolfi e Nicola Grigoletto per la Fondazione Hume, Giuseppe Valditara e Andrea Crisanti per l’Associazione Lettera150, ha raccolto adesioni della società civile e del mondo politico, all’insegna di un’ampia trasversalità. Fra le tante adesioni giunte finora dal mondo politico: Maria Stella Gelmini, Claudia Porchietto, Eugenia Roccella, Marco Boato, Andrea Cangini, Carlo Calenda, Guido Crosetto, Gianni Cuperlo, Vittorio Sgarbi.
Molte anche le personalità del mondo della cultura: Veronica De Romanis, Elena Loewenthal, Paola Mastrocola, Lidia Ravera, Elisabetta Sgarbi, Susanna Tamaro, Patrizia Zappa Mulas, Giuseppe Bedeschi, Luigi Brioschi, Dino Cofrancesco, Alessandro De Nicola, Ernesto Ferrero, Eugenio Lio, Renato Mannheimer, Giovanni Orsina, Michele Salvati.
"È importante una mobilitazione trasversale di tanti cittadini che senza perseguire interessi di parte chiedono al Governo una svolta radicale nella lotta al Covid all'insegna di una più efficiente organizzazione e di maggiore trasparenza", commentano Valditara e Ricolfi.
La petizione include dieci punti da realizzare subito:
- Tamponi di massa, "nel quadro di una strategia rigorosa di 'sorveglianza attiva'"
- A scuola in sicurezza, considerando che "la maggior parte delle scuole non è in grado di ridurre il numero di alunni per classe (come avvenuto in molti paesi europei), né di garantire la misurazione della febbre, né di gestire i sospetti positivi"
- Un database pubblicamente accessibile con tutti i dati necessari per affrontare efficacemente l'epidemia, come fin da giugno aveva chiesto in molti, a partire dall'Accademia dei Lincei. "Ad oggi ancora molti dati essenziali per la lotta al virus sono sconosciuti. Quanto ai dati della Protezione Civile, è incredibile che le poche informazioni fornite siano del tutto indisponibili a livello comunale, e che a livello provinciale l'unico dato fornito sia quello dei nuovi casi"
- Il tracciamento come strumento di controllo della trasmissione del virus
- Non chiudere un occhio sugli assembramenti, effettuando controlli massicci e sanzionando le violazioni
- Mantenere la promessa di creare 3.500 nuovi posti di terapia intensiva. "Ad oggi - si legge nella petizione - si stima che solo 1.300 dei 3.500 posti aggiuntivi di terapia intensive, previsti dal governo a maggio scorso, siano operativi. Solo il 12 ottobre si è chiuso il bando di gara per le nuove postazioni"
- Garantire un adeguato distanziamento su tutti i mezzi pubblici
- Assicurare un'adeguata e tempestiva disponibilità di vaccini anti-influenzali, anche nelle farmacie
- Mettere i medici di base in condizione di visitare i pazienti Covid, dotandoli dei necessari dispositivi di protezione individuale
- Luoghi dove poter trascorrere la quarantena senza contagiare familiari conviventi. "Il Governo - si rileva - aveva promesso i Covid-hotel. In estate con il decreto legge 34 la gestione è passata dalla Protezione Civile alle Regioni. Asl e Ats stanno lanciando soltanto ora bandi per stipulare convenzioni con hotel e altre strutture".