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Oncologi, cardiologi ed ematologi scrivono a Conte: misure urgenti o torniamo indietro di 20 anni

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La ConFederazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi (FOCE) scrive al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Stefano Bonaccini. Una lettera urgente che contiene "proposte concrete per tutelare 11 milioni di pazienti fragili contro il Covid-19". Senza attuare delle misure ad hoc, infatti, si rischia di "tornare indietro di vent'anni". Segue il testo integrale della nota dell'organismo che riunisce oncologi, cardiologi ed ematologi. 

"FOCE, la ConFederazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi, nata per espressione diretta delle società scientifiche (AIOM, SIC, SIE, Fondazione Insieme Contro il Cancro, Fondazione Cuore e Circolazione), è la prima alleanza al mondo che unisce gli esperti che trattano le grandi patologie di queste tre aree mediche, che interessano più di 11 milioni di cittadini in Italia. Sono pazienti fragili che, se contagiati dal Covid-19, rischiano gravi conseguenze, fino alla morte.

Negli scorsi mesi di marzo e aprile, i pazienti oncoematologici e con malattie cardiovascolari sono andati incontro a sospensioni di terapie o cancellazioni di interventi chirurgici, visite di controllo e altri gravi inconvenienti. Non solo. In quel periodo, circa il 20% dei pazienti oncologici ed ematologici, che avrebbe dovuto essere sottoposto a trattamenti utili, ha scelto di non recarsi nei centri per timore del contagio. I ricoveri ospedalieri di emergenza per infarti e ictus si sono dimezzati, molte persone sono morte a casa o sono sopravvissute con danni gravi al cuore o al cervello, perché gli eventi cardiovascolari gravi sono tempo-dipendenti. Il rinvio degli interventi di angioplastica coronarica e di altre procedure elettive ha portato a un aumento della morte prevenibile e della disabilità e ad un arretrato dei tempi di attesa difficile da riassorbire.

Sono stati inoltre persi circa un milione e mezzo di esami per lo screening e la diagnosi precoce dei tumori della mammella, del colon-retto e del collo dell’utero e già vengono osservati quadri di tumore più avanzati ed è prevedibile un aumento consistente di mortalità per queste malattie nei prossimi anni. Appare anche incredibile come tali attività di prevenzione, dopo i 3 mesi di emergenza Covid, non siano mai ripartite nella maggior parte delle Regioni. 

Abbiamo imparato molto dall’esperienza già vissuta. FOCE intende collaborare con le Istituzioni per affrontare l’emergenza sanitaria in corso, indicando proposte concrete in grado di coniugare continuità di cura e sicurezza dei pazienti. L’aderenza alle terapie infatti è fondamentale e i malati devono continuare ad andare in ospedale per curarsi. Altrimenti rischiamo di vanificare gli importanti progressi ottenuti, grazie anche a trattamenti sempre più efficaci. Basti pensare che oggi sono circa 3,6 milioni i cittadini in Italia vivi dopo la diagnosi di cancro, con un incremento del 37% rispetto a 10 anni fa. Anche le patologie cardiovascolari sono caratterizzate da progressi importanti, che la pandemia rischia di compromettere, in assenza di misure adeguate. Le malattie del cuore interessano circa 7,5 milioni di persone in Italia. In 36 anni (1980-2016) la mortalità totale si è più che dimezzata e il contributo delle nuove terapie per le malattie cardiovascolari è stato quello che più ha influito su questa tendenza. Nella fase 1 della pandemia molti pazienti con sindromi coronariche acute non si sono ricoverati in ospedale per paura del contagio e la mortalità per infarto è aumentata di tre volte. Inoltre, le visite cardiologiche, gli esami strumentali e i ricoveri cardiologici in elezione sono stati bloccati dal Covid-19. Oggi si sta prospettando uno scenario molto simile a quello di marzo, quando i reparti di Cardiologia erano bloccati dalla pandemia.  Tutto ciò comporta un rischio possibile di mortalità per malattie cardiovascolari simile a quella riportata venti anni fa.

Si rischia pertanto, Signor Presidente, di tornare indietro di un ventennio nei risultati della lotta sia ai tumori che alle malattie cardiovascolari e di perdere, quindi, gli importantissimi avanzamenti conseguiti dalla ricerca e dalla pratica clinica in tutti questi anni. 

Oggi siamo molto preoccupati per l’aumento dei casi di Covid, che stanno già saturando i letti di degenza ordinaria e delle terapie intensive a discapito dei nostri pazienti, con progressive cancellazioni di interventi salvavita. La fragilità del sistema sanitario complessivo del nostro Paese è testimoniata dall’elevatissimo tasso di mortalità fra i contagiati dal Covid-19 rispetto agli altri Paesi, come riferito da tutte le agenzie internazionali più accreditate. Servono, quindi, attività concrete e immediate, riforme strutturali ed organizzative sostanziali, urgenti nuovi ingenti finanziamenti, assunzione con procedure d’urgenza e con contratti a tempo indeterminato di nuovi medici specialisti in medicina d’urgenza, intensivisti, anestesisti, infettivologi e di nuovi infermieri, un rafforzamento della medicina del territorio allo scopo di allentare la pressione assistenziale degli ospedali e che preveda la partecipazione attiva dei medici di medicina generale e uno sviluppo strutturato della telemedicina, attraverso un progetto organico non lasciato a singole iniziative su base volontaria.

Oltretutto, alcune Regioni stanno indirizzando i loro provvedimenti non certo verso la creazione di ospedali per pazienti Covid nettamente separati da quelli deputati all’assistenza delle altre patologie e ciò creerà, oltre che elevati rischi di contagio per i malati particolarmente fragili già affetti da patologie croniche, anche un azzeramento delle chances di cura per molti di questi, che non potranno accedere in ospedale, appunto per la saturazione dei letti di degenza ordinaria e di terapia intensiva.

Vi chiediamo la disponibilità a un incontro, affinché le proposte concrete dei clinici, che ogni giorno curano i pazienti con tumori e malattie cardiovascolari possano trovare accoglienza. Il tempo è poco, ma possiamo ancora agire con successo. 

Vi ringraziamo per l’attenzione e per la disponibilità

Cordiali saluti


Francesco Cognetti - Presidente FOCE (ConFederazione Oncologi Cardiologi Ematologi) e Presidente Fondazione Insieme contro il Cancro

Giordano Beretta - Vicepresidente FOCE e Presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica)

Paolo Corradini - Vicepresidente FOCE e Presidente SIE (Società Italiana di Ematologia)

Ciro Indolfi - Vicepresidente FOCE e Presidente SIC (Società Italiana Cardiologia)

Fabrizio Pane - Tesoriere FOCE e Past President SIE

Francesco Romeo - Segretario FOCE e Presidente Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus".

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