Follia omofoba

Il fratello di Maria Paola nega di averla voluta uccidere. Il trans Ciro: "Non è vero, mi voleva tagliare la testa"

Si è dichiarato innocente Michele Gaglione, fratello di Maria Paola, la 20enne morta nella notte tra venerdì e sabato ad Acerra (Napoli). Michele Gaglione è stato ascoltato dal gip di Nola Fortuna Basile in sede di udienza di convalida del fermo, dovendo rispondere del reato di omicidio preterintenzionale. Gaglione, assistito dall’avvocato Domenico Paolella, ha confermato di aver inseguito con il suo scooter la sorella Maria Paola ma ha spiegato che l’intento non era farla cadere e ha negato la circostanza dello speronamento come causa dell’incidente a seguito del quale la sorella è morta. Al giudice Michele Gaglione ha raccontato che stava inseguendo la sorella perché voleva parlarle e perché voleva recuperare il rapporto spezzato con lei a seguito della relazione con Ciro Migliore, il trans a bordo dello scooter con Maria Paola con cui aveva una relazione. Nel corso dell’inseguimento, ha proseguito, si è accorto che il mezzo a bordo del quale viaggiavano Ciro e Maria Paola è sbandato e che i due sono caduti. Il giudice si è riservato di decidere: la decisione è attesa nel pomeriggio.

"Non è vero che è stato un incidente", ha detto Ciro, rimasto ferito nella caduta dallo scooter risultata fatale alla compagna, Maria Paola. Ciro, ricoverato nella clinica Villa dei Fiori ad Acerra per le ferite riportate nella caduta, respinge la versione fornita dal fratello di Maria Paola, Michele Gaglione, fermato per omicidio preterintenzionale. "Mi è corso dietro, mi voleva per forza ammazzare. L’abbiamo incontrato per caso, me lo sono trovato dietro". Ciro ha raccontato che qualche giorno prima dell’accaduto "Michele è venuto sotto casa mia e mi voleva tagliare la testa, c’era anche mia madre, può confermarlo. Mi ha detto che mi avrebbe ammazzato. Mi diceva che non dovevo stare con la sorella altrimenti mi ammazzava".