black humor
Parla il guru social di Taffo: ecco perché facciamo morire dal ridere (e riflettere)
Il black humor ci salverà. E, se non ci può salvare da morte certa, di sicuro ci insegna a riderne. Proprio come fa Riccardo Pirrone, il social media manager di Taffo l’agenzia di onoranze funebri romana che, mai come ora, attraverso i social network è al passo con i tempi: diretto, vero, irriverente ma di sicuro efficace nel far passare un messaggio. Il genio - come in molti lo definiscono - a soli trentasei anni ha di fatto stravolto alcuni, noiosi, ‘totem’ della comunicazione sdoganando un tema – quello della morte – non proprio facile. E, come lui stesso ci ha spiegato in questa intervista per Il Tempo, il coraggio e la voglia di trasmettere temi e concetti importanti sono gli ‘ingredienti’ principale della sua ‘arte di comunicare’.
Nei secoli il concetto di morte si è di certo evoluto e il modo di rapportarsi alla ‘funerea signora’ anche. Quello che però non accenna a cambiare è la disuguaglianza sociale della morte. Fra ricchi e poveri c’è ancora differenza. Ma a cosa serve visto che alla fine moriamo tutti?
Hai centrato uno dei valori principe del brand di Taffo, l’uguaglianza. Sì, perché proprio come affermava Totò, la morte è una livella e ci mette tutti sullo stesso piano.
Non a caso le vostre ultime campagne toccavano temi non facili da ‘sdoganare’: la violenza alla donne, bodyshaming, omofobia, vaccini e molto altro.
Le nostre campagne social tendono proprio a sottolineare questo. Basta disuguaglianze: ricchi, poveri, etero, omosessuali, belli o brutti. Le differenze limitano la libertà di ognuno e noi con i nostri post e meme è proprio questo che vogliamo trasmettere. La bellezza a tutti i costi non è importante. Sono frivolezze che nella tomba non serviranno a nessuno e ci renderanno quello che già siamo: tutti uguali.
Il fatto che dietro ci sia il tema della morte tempo fa sarebbe stato impensabile. La parola ‘becchino’ era un’onta mentre voi avete ‘sdoganato’ la morte e adesso in molti vogliono lavorare, aprirsi una strada in questo ‘settore’ con il vostro brand. Un successo a tutti gli effetti, no?
Sicuramente, pensi che alcuni vogliono i gadget di Taffo. Ma il vero successo per noi è aver fatto del buono attraverso il nostro brand e le nostre campagne pubblicitarie. In che modo? Facendo passare temi importanti in maniera goliardica è vero ma di fatto sensibilizzando gli utenti con cui sui nostri canali social abbiamo creato delle vere e proprie community dove l’utente non è mai stato così ‘vicino’ all’azienda.
Come nasce un’idea. Ti viene da solo o ne parli con il tuo team?
Adesso in agenzia siamo dieci mentre inizialmente, cinque anni fa, eravamo a malapena a quattro. Siamo cresciuti tanto. Di base faccio tutto da me, nel senso che le idee che mi girano in testa per quanto coraggiose e controcorrente possano essere le porto avanti. Ma con il team e grazie ai vari brainstorming queste idee prendono forma, si consolidano e si mettono in pratica. Non crediate che sia uno sicuro di me. Di fatto sono un insicuro ma credo in quello che faccio e se ho un’idea la porto avanti, sempre.
E forse è proprio questo coraggio il segreto del tuo, vostro successo, no?
Molte aziende hanno capito che osare e avere coraggio nella comunicazione è importante proprio come per l’imprenditoria. Certo è che per un’azienda consolidata nella fama che ha raggiunto un buono status non è così facile decidere per una scelta del genere c’è sempre qualche incognita. Ma adesso si è capito che dietro le aziende ci sono delle persone e noi, attraverso i social, facciamo vedere i pregi e i difetti delle aziende che seguiamo. I social eliminano quel distacco fra utente e azienda che attraverso noi parla delle cose reali, della vita reale, senza troppi filtri. Ed è lì che l’utente si sente davvero vicino all’azienda, si crea un ‘ponte comunicativo’ con le persone a cui è diretto il brand, il messaggio, il tema.
E’ come se il brand diventasse di tutti? Vedi con Taffo la gente propone slogan pubblicitari e molte volte vengono da voi premiati o ripresi.
In un certo sì è proprio così. Non c’è più solo l’azienda o l’utente. Si sparigliano le carte. C’è un aspetto di valori condivisi e il rapporto con gli utenti diventa più florido, sia a livello social che commerciale. Noi con le nostre campagne a volte ‘accarezziamo’ l’utente, altre gli facciamo il ‘solletico’, altre ancora lo ‘pungiamo’ sul vivo ma tutto è per far riflettere su temi importanti, condivisi.
A proposito di condivisione, il tema dell’uguaglianza è un tema che si riflette sempre nelle tue campagne. Anche in quella della pasta Cuomo dove hai messo in primo piano non i soliti chef stellati a promuovere il prodotto ma persone comuni che cucinano. Perché?
Perché è quello che vive la gente normale. Tutti noi. Quanti di noi conoscono uno chef stellato? Ma chiunque ha un amico, un conoscente che cucina un buon piatto di pasta. Uguaglianza rende tutti più partecipi e attenti su ogni argomento.
Le vostre campagne da sempre vanno di pari passo con l’attualità. Inutile dirlo l’ultimo fatto di cronaca purtroppo è quello del pestaggio mortale a Willy Monteiro. Tutti si stanno chiedendo o comunque aspettando un post su questo. Il tema questa volta è davvero delicato da affrontare. Taffo ci stupirà ancora una volta?
Il caso di Willy ci ha toccato tutti nel profondo e non è solo un modo di dire. Personalmente per me non è facile parlare di Willy Monteiro perché abitando da piccolo nella periferia romana più estrema, ho potuto ‘vivere’ di persona quel tipo di persone e situazioni. Era normale per me e gli altri amici abbassare lo sguardo nella speranza che certi soggetti non si accorgessero di te. Per rispondere alla sua domanda come tutte le nostre campagne di solito attendiamo che il ‘sentiment’ delle persone si sia consolidato. Nel senso che si sia già compreso e accettato il tema che, oltre che delicato, è molto complesso. Quello che è avvenuto è di fatto uno dei tanti spaccati della nostra società. E capirlo, farlo nostro, non è stato proprio così piacevole.
Il tuo sogno segreto?
Ho avuto e ho la fortuna di lavorare con aziende con cui volevo collaborare da sempre, da WWF, Medici Senza Frontiere, Rocchetta e RoadHouse oltre a Taffo ovviamente. Non potrei chiedere di più, davvero. Ma un desiderio nel cassetto ce l’ho: unire l’arte con la comunicazione e il marketing. Dipingo e disegno ma alla fine sono diventato un pubblicitario.
Di fatto sei un creativo, dai.
Sinceramente non so se rispecchio appieno la definizione di creativo, perché un creativo crea io invece di base unisco e metto insieme delle idee per creare qualcosa di nuovo.
Una domanda che non potevo non farti. Ti farei seppellire in una bella bara o cremare?
Non ci crederai ma non ci ho mai pensato fino adesso. Ma visto che la cremazione costa un po’ mi farò seppellire. E’ più romantica come cosa.
Questa risposta mi porta a farti un’altra domanda. Epitaffio scritto sulla lapide?
Per ironia della sorte è morto.