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Un like ed è scattata la violenza. Così agiva il branco dei fratelli Bianchi

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Un copione collaudato quello del branco di Artena. "Il modus operandi è sempre lo stesso: il piccolo del gruppo va a rompere le palle a qualcuno, poi quando la situazione si surriscalda va a chiamare i grossi", racconta un ragazzo dopo l'omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne di origini capoverdiane massacrato a calci e pugni durante una rissa a Colleferro.

 

Alcuni testimoni ricostruiscono i minuti precedenti al pestaggio mortale nella notte tra sabato e domenica. "È nato tutto per un litigio tra terzi all'interno del locale per dei like a una ragazza. Francesco (Belleggia, 23 anni, uno degli arrestati, ndr) stava discutendo con alcune persone e ha tirato un pugno in faccia a qualcuno. Dopodiché Mario (Pincarelli, 22 anni, ndr)  gli è andato dietro e ha tirato un altro pugno. Poi sono scappati e hanno chiamato Marco e Gabriele (Bianchi, i due fratelli di 24 e 26 anni in manette, ndr), sono le parole riportate da Fanpage. "Quando sono arrivati a piazza Italia, Willy stava salendo in macchina. Il tutto è durato circa dieci secondi, sono scesi dall'auto e hanno menato tutti quelli che si sono trovati davanti. Willy non c'entrava assolutamente nulla, se fossero arrivati 5 secondi dopo sarebbe ancora qui", è la versione di uno dei tanti ragazzi che erano lì sabato notte.

 

Il gruppo degli arrestati, chiamati da alcuni banda di Artena, sarebbero conosciuti in zona e molto temuti. "Le persone cercano di evitare il contatto con loro per diversi episodi di violenza successi in passato. Trovano sempre il modo di attaccare in cinque contro uno (...). Qualche mese fa in un locale di Colleferro hanno spaccato la faccia a un ragazzo, gli hanno dovuto mettere 20 punti. Il modus operandi è sempre lo stesso: il piccolo del gruppo va a rompere le palle a qualcuno, poi quando la situazione si surriscalda va a chiamare i grossi. Hanno preso loro ma è tutta la comitiva che si comporta così", dice il ragazzo. 

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