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Volano stracci islamici. "Cristiani eretici", il discorso choc che fa litigare i musulmani italiani

La replica del segretario della Grande Moschea di Roma al capo dell'Ucoii: sconcerto e sdegno

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Nel mondo islamico italiano volano stracci. La pietra dello scandalo di uno scontro tra le varie anime delle comunità musulmane è stata scagliata Yassine Baradai, segretario generale dell'Ucoii, storica organizzazione che riunisce molte comunità italiane,  già leader del centro islamico di Piacenza e poi dirigente del Caim. In un post pubblicato su Facebook il 29 agosto Baradai definisce cristianesimo ed ebraismo "un'eresia, uno storpiamento del messaggio originario" dei profeti. "Nel credo dell'islam infatti questi due credi sono un'eresia", ed è scritto sul Corano, scrive Baradai. "Se fosse altrimenti saremmo legittimati come musulmani a seguire l'ebraismo o il cristianesimo, ma l'islam viene per correggere gli storpiamenti apportati nelle sacre scritture residue (Torah e Vangelo)".

Frasi che fanno balzare sulla sedia quello che spesso viene definito Islam moderato. Abdellah Redouane, segretario della Grande Moschea di Roma, ha affidato a un comunicato "sconcerto e sdegno". "Il Centro Islamico Culturale d'Italia, unico ente Islamico riconosciuto ufficialmente dalla Repubblica Italiana, esprime tutto il suo sconcerto e sdegno a fronte delle ingiustificabili e inaccettabili dichiarazioni del segretario generale dell'UCOII, Yassine Baradai, nelle quali Ebraismo e Cristianesimo vengono definiti "eresie da correggere", si legge nel comunicato. 

"È da ribadire che per l'Islam sia Ebraismo che Cristianesimo sono religioni celesti e abramitiche. Credere nella Torah e nel Vangelo, considerati Sacri Testi Rivelati fa parte integrante della fede del musulmano. I musulmani rispettano e venerano i messaggeri divini  da Adamo ad Abramo, da Mosè a Salomone a Davide e Gesù, di cui riconoscono il ruolo di Profeti e Inviati di Dio, predecessori di Muhammad, pace su tutti loro. Tutto ciò forse è doveroso ricordarlo in primo luogo a una delle principali cariche direttive dell'UCOII, cresciuta insieme ad una parte dei Giovani Musulmani d'Italia nella scuola dell' 'Islam politico' promosso proprio dall'UCOII, organizzazione che dimostra ancora una volta tutta la sua inadeguatezza nel pretendere di rappresentare i musulmani all'interno della comunità e nelle relazioni con la società in ogni suo aspetto. Tutto il nostro dissenso circa l'orientamento di questa organizzazione e i suoi motivi ispiratori trova ancora una volta conferma".

"La gravità di tali dichiarazioni non risiede solo nei contenuti ma nella loro provenienza: un giovane di seconda generazione, che invece di essere un modello positivo e costruttivo per i suoi coetanei rimane prigioniero di un radicalismo per il quale non dove esserci più spazio. Il Centro Islamico Culturale d'Italia, che sovrintende la Grande Moschea di Roma, continuerà a collaborare insieme ai fedeli di tutte le confessioni religiose sulla via del rispetto reciproco, del dialogo, della convivenza pacifica e della coesione sociale - si legge nella nota -  Infine, il Centro Islamico Culturale d'Italia esprime la sua vicinanza ai fratelli ebrei e cristiani che si sono legittimamente sentiti offesi da tali dichiarazioni". 

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