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Il ristoratore cerca camerieri ma li trova solo in nero: basta sussidi, abbassateci le tasse

Bruno Berti de Il Porto di Viareggio: "Se non si abbassa la pressione fiscale, da imprenditore, è meglio non lavorare"

Massimiliano Lenzi
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«Io non farei cassa integrazione ma punterei sulla decontribuzione per i dipendenti, così lo Stato non ci rimette niente, non spende ed i lavoratori io li faccio venire a lavorare, trovo un accordo, non pago i contributi ma li tengo fino a che la situazione non si ristabilizza. Anche se si fanno solo dieci coperti sono dieci coperti ma si lavora. E non si sta chiusi». La crisi della ristorazione, l’autunno che avanza, i troppi bonus promossi dal governo, il pubblico che lavora in smart working: a parlare in questa intervista a «Il Tempo» è Bruno Berti, pratese, imprenditore del settore edilizio e titolare anche di alcuni ristoranti, tra cui «Il Porto» di Viareggio. 
Berti, sulle tasse cosa mi dice?
«Dal punto di vista fiscale è da rivedere tutto il meccanismo perché non è pensabile che si possa pagare - io parlo della ristorazione - più del 50% di imposte con un’altra voce, il 30%, che è il costo del personale. Tra tasse e costo del personale si arriva all’80%. Così la gente è costretta se non ha altri mestieri - perché vede io faccio l’imprenditore ed ho anche dei ristoranti - a guadagnare in un’altra maniera». 
Vuole dire al nero?
«Sì, altrimenti non gli resterebbe niente».
Parliamo di posti di lavoro: in uno dei suoi ristoranti, «Il Porto», a Viareggio, lei questa estate cercava tre persone, due camerieri ed un lavapiatti, ovviamente da assumere in regola per la stagione, e non le ha trovate. Giusto?
«Non ho trovato nessuno. Ho reso pubblica la cosa e mi sono beccato una marea di critiche sui social. Io queste tre persone le cercavo per fare la stagione ma evidentemente è troppo faticoso fare un lavoro per sei ore e mezzo al giorno, per 1200 o 1300 euro quando magari se ne prendono 900 o poco meno per starsene a casa, con pure la possibilità di qualche lavoretto al nero qua e là. Il fatto è che molti in Italia non vogliono perdere i sussidi...

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