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Andrea Melchiorre: per non infettare tutti mi sono chiuso in casa

Il fashion blogger, positivo al Covid, ha deciso di restare in Sardegna in isolamento

Ginevra Terracina
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Ha pensato prima agli altri e poi a se stesso. Ha deciso di rispettare alla lettera il protocollo anti Covid-19 e ha messo al primo posto la responsabilità invece degli interessi personali. Andrea Melchiorre, fashion blogger di successo, più di un milione di follower su Instagram (@andreamelchiorre1) Ceo & Founder dell’e-commerce SAVEONE, brand conosciuto oltreoceano, ha scelto di eseguire il tampone già prima di rientrare nella Capitale dalla vacanza in Sardegna e trascorrerà il periodo dell’isolamento domiciliare in Costa Smeralda.
«La decisione di rimanere qui in Sardegna è stata giusta: se avessi preso il traghetto avrei contagiato altre persone - ha spiegato appresa la notizia ai suoi follower dimostrando altruismo–resto qui in quarantena». 
Mentre la maggior parte delle persone si è fatta il tampone una volta tornata a casa, lei ha preferito farlo subito. La quarantena, nella sua casa romana, sarebbe stata almeno più comoda?
«Non bisogna pensare solo a se stessi, che cosa sarebbe successo se avessi preso il traghetto? Sette ore tra tante persone, bisogna rispettare i protocolli, che sono fatti per proteggere gli altri. Ho pensato a mio padre, quante persone della sua stessa età avrei potuto incontrare su quel traghetto di rientro? Resterò qui e seguirò tutte le indicazioni».
Certamente lodevole la scelta che ha fatto, ma come si sente?
«I sintomi, per quel che mi riguarda, sono quelli di una bronchite, in più c’è la febbre, la nausea e il mal di testa. Il 20 agosto è venuta l’ambulanza dopo la mia chiamata e il 21 agosto ho fatto il tampone, il 23 agosto è arrivata la risposta positiva. Sono qui senza computer e senza niente per poter lavorare. Ho fatto la spesa online e mi sono armato di tanta pazienza. Avevo appuntamenti importanti di lavoro e lo shooting per la nuova collezione di Saveone, farò l’art director da qui in modalità lockdown».
Ha frequentato locali?
«Una sola sera il 15 agosto e quasi tutte le persone che erano con me sono positive. Certo, in un luogo del genere non è poi tanto facile mantenere le distanze, la musica alta ti porta ad avvicinarti alle altre persone per poter parlare, una situazione del genere può essere rischiosa in piena pandemia».
È stata leggerezza?
«Col senno di poi penso sia stato sbagliato aprire le discoteche, si potevano trovare altre modalità per stare insieme. Ma ora servono cautela e rispetto delle regole».
Che si sente di dire ai più giovani ?
«Di essere prudenti, di essere cauti e di pensare ai famigliari».

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