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Cameriere di Rimini serve clienti di colore e poi si scusa con un quadro di Mussolini

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Ha raccolto le ordinazioni di una tavolata occupata da persone di colore, poi il cameriere si è voltato verso un quadro di Mussolini appeso a una parete e si è scusato per aver servito dei neri: "Scusa Benito".

La storia la racconta su Facebook Adjisam Mbengue, che ha rilanciato il racconto di un’altra delle persone presenti quella sera, sua sorella Fatou, e sporto denuncia ai carabinieri. È successo a Rimini, il 16 agosto. "Domenica ci trovavamo a Rimini e, dopo una giornata al mare per festeggiare il compleanno di mia figlia Anna, abbiamo deciso di concludere la serata mangiandoci una pizza e un dolce in un ristorante adiacente all’hotel in cui alloggiavamo - racconta Fatou -. Dopo esserci accomodati, il cameriere arriva per prendere le ordinazioni e, dopo aver scritto tutto, si gira verso un quadro di Mussolini appeso alla parete e in modo frustrato, facendo il saluto romano, dice, testuali parole, ’scusa Benito' e si allontana a testa bassa, farfugliando altre cose di cui sentiamo solo ’sti ne…’".

Poi, prosegue Fatou, "dopo l’affermazione ritorna in sala per prendere altre comande e decido di chiedere se quello che avevo sentito era vero e lui conferma. Da lì il rosso della rabbia e dell’umiliazione - spiega, condividendo il video della discussione che ne è scaturita -, davanti ai miei nipoti e i miei figli quest’uomo ha deciso di rimarcare il fatto che servire dei neri fosse una cosa degradante per il suo ristorante". L’episodio è stato denunciato ai carabinieri di Imola, nel Bolognese, ma procederanno per competenza territoriale i militari di Rimini.

"Spero nel profondo del cuore che tutto ciò che sta rimbalzando questa mattina sul web, in ordine a un denunciato episodio di razzismo in un locale di Rimini, sia frutto solo di un gigantesco equivoco - commenta il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi -. Che, per dirla tutta, comunque sarebbe grave, a partire dalla verifica circa la presenza in un locale pubblico dell’effigie di Benito Mussolini, in sfregio alle leggi vigenti sull’apologia del fascismo". "Prima come cittadina di Rimini, e poi come pubblico amministratore - aggiunge -, esigo immediate spiegazioni e riscontri fattuali perché se fosse accaduto quanto riferito nei termini da Fatou Fall Mbengue sarebbe una cosa talmente vergognosa e disumana che il Comune di Rimini si affiancherebbe immediatamente e senza indugio alcuno alla denuncia della donna, pretendendo a nome di una comunità libera, democratica, anti razzista, medaglia d’oro al valor Civile, un risarcimento che in ogni caso mai sarebbe adeguato all’allucinante sequenza querelata".

"Mi auguro indagini celeri da parte delle forze dell’ordine - conclude -, che portino a un chiarimento immediato circa la dinamica dell’episodio e le circostanze annesse (immagine del Duce in sala). Nel caso peggiore, il Comune di Rimini agirà con forza e con tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione a tutela delle persone e di una comunità che respinge razzismo, violenza, prevaricazione di ogni tipo".

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