protesta a udine
Migranti in rivolta, non vogliono fare la quarantena e danno fuoco a tutto
La bomba migranti sta per esplodere. Circa 400 stranieri ospitati nell'ex caserma Cavarzerani di Udine hanno dato vita a una violenta protesta con materassi incendiati e lancio di sassi contro la quarantena che devono trascorrere dopo il trasferimento nel centro, pieno oltre la sua capacità. Ma anche contro la decisione, ormai imminente, di prorogare la “zona rossa” istituita dal sindaco leghista Pietro Fontanini il 21 luglio per altre due settimane, con relativo allungamento dell'isolamento.
I migranti hanno dato fuoco a materassi e suppellettili e sono dovuti intervenire i vigli del fuoco. L'assessore municipale alla sicurezza, il leghista Alessandro Ciani, ha puntato il dito contro l'esecutivo: “È colpa del governo che sta sottovalutando la rotta balcanica, si parla solo di Lampedusa". “Oltre all’emergenza migratoria c’è anche quella sanitaria. Ci confronteremo con questura e prefettura. La cittadinanza non vuole problemi per la salute pubblica. Va tutelato il diritto dei cittadini di non avere nuovi focolai e contagi", dice l'assessore di Udine.
Dopo la riunione in prefettura Ciani ha definito "gravissima e incivile" la rivolta dei migranti. "Si lamentano per la quarantena, è inaccettabile, non ci spaventano. La caserma resta chiusa finché non ci sarà la negatività al coronavirus di tutti gli ospiti".
Sulla vicenda è intervenuto Matteo Salvini che ha pubblicato un video della protesta. "Altro che 'rivolta dei clandestini, certa gente deve essere rimessa al suo posto. Anzi, rimandata al suo paese. Subito. Governo complice dei criminali", ha scritto il leader della Lega su Twitter.