strage in discoteca

Banda dello spray a processo. "Hanno ucciso mia madre, li guarderò in faccia"

Gemma Curi ha solo 13 anni. Con il  padre, Paolo Curi, in attesa oggi della sentenza della banda dello spray, ricorda la morte della madre, Eleonora  Girolimini, una delle vittime della strage di Corinaldo dell`8  dicembre 2018 quando nell`attesa del concerto del trapper Sfera  Ebbasta la discoteca ``Lanterna Azzurra``, venne presa d'assalto da  una gang di sei rapinatori ventenni si trasformandosi in una trappola  mortale.

 

 "Voglio guardarli in faccia. Quella sera  ho perso la mia mamma, l`ho vista morire sotto la folla. Voglio  guardare in faccia chi ce l`ha portata via. Voglio che siano puniti. Quei ragazzi sapevano che sei persone erano morte ma hanno continuato  a rubare. Mi fa male. Oggi sarò con mio papà e mia zia in tribunale,  per la prima volta", le parole della giovane a Repubblica. 

"Non ho paura di andare in tribunale, ho già visto tutto quella notte  in cui ho perso mia mamma", afferma la ragazza. "Quei sei non meritano nessuna attenuante, non sono ragazzi che hanno fatto una bravata, sono una banda di giovani criminali con 35 rapine alle spalle. Avevano già  fatto trentacinque rapine nelle discoteche. Rubavano l`oro, lo  rivendevano, guadagnando fino a sedicimila euro in un mese", afferma  il padre di Gemma che aggiunge: "Mia mamma moriva e loro continuavano a rubare. Hanno strappato la catenina anche a un ragazzo che cercava  di aiutarci. Si può essere così cattivi? Oggi voglio vederli in  faccia".

 

Ma il pezzo mancante della verità è ancora "il più difficile da  provare - ricorda Paolo Curi - Le responsabilità dei gestori della  discoteca, degli organizzatori delle serate, di chi ha dato i permessi per trasformare quel magazzino fatiscente in locale da ballo. I sei  della banda dello spray sono dei criminali, ma se la 'Lanterna  Azzurra' non fosse stata così marcia, ci avrebbero derubato,  intossicato, ma saremmo usciti vivi". Nell`ex magazzino "appena  entrati Eleonora e io ci siamo spaventati - prosegue il marito della  vittima - tutto rotto, ragazzini ammassati, fumo, alcol. Mancava  l`aria. Eppure quell`ex magazzino, dopo essere stato chiuso per mesi  perché non a norma, aveva avuto il via libera per riaprire". Un filone d`inchiesta su cui c`è stata una proroga delle indagini ma "non avremo giustizia - conclude - fino a che tutti, a qualunque livello, non  avranno pagato. Non basta la banda dello spray".