Regole da seguire
Vaticano, arriva il vademecum su come trattare i casi dei preti pedofili. "Reato anche le proposte via chat"
Arriva il vademecum per i vescovi su come trattare i casi di abusi sessuali su minori commessi da chierici. La notizia di un sospetto atto di pedofilia "può giungere da fonte anonima, ossia da persone non identificate o non identificabili. L’anonimato del denunciante non deve far ritenere falsa in modo automatico tale notizia; tuttavia, per ragioni facilmente comprensibili, è opportuno usare molta cautela nel prendere in considerazione tale tipo di notitia, che non va assolutamente incoraggiato. Allo stesso modo, non è consigliabile scartare aprioristicamente la notizia de delicto che perviene da fonti la cui credibilità può sembrare, ad una prima impressione, dubbia". È quanto si legge, appunto, nel vademecum su alcuni punti di procedura nel trattamento dei casi di abuso sessuale di minori commessi da chierici a cura della Congregazione per la Dottrina della Fedè. La notizia può "essere presentata formalmente all’Ordinario o al Gerarca, in modo orale o scritto, dalla presunta vittima, dai suoi tutori, da altre persone che asseriscono di essere informate dei fatti; giungere all’Ordinario o al Gerarca durante l’esercizio dei suoi doveri di vigilanza; essere presentata all’Ordinario o al Gerarca dalle autorità civili secondo le modalità previste dalle legislazioni locali; essere diffusa dai mezzi di comunicazione di massa ( compresi i social media); giungere a sua conoscenza tramite le voci raccolte, e in ogni altro modo adeguato".
Non solo, sempre riguardo ai casi di pedofilia commessi dai preti, "la tipologia del delitto è molto ampia e può comprendere, ad esempio, rapporti sessuali (consenzienti e non consenzienti), contatto fisico a sfondo sessuale, esibizionismo, masturbazione, produzione di pornografia, induzione alla prostituzione, conversazioni e/o proposte di carattere sessuale anche mediante mezzi di comunicazione", si legge sempre nel vademecum.