IL CAMPIONE LOTTA PER LA VITA

Zanardi resta in prognosi riservata, gli interrogatori sull'incidente continuano

Ore, giorni cruciali per la vita di Alex Zanardi, rimasto vittima di un incidente che si è verificato venerdì pomeriggio, lungo la strada 146, a Pienza (Siena), mentre a bordo della sua handbike partecipava a una tappa della staffetta tricolore Obiettivo Tre. «La notte tra domenica e lunedì è passata tranquilla, siamo fiduciosi. Il percorso non sarà breve, avremo bisogno di tempo per valutare Zanardi nelle prossime settimane». Così, questa mattina, nel corso di interviste a canali televisivi, il responsabile dell’emergenza-urgenza dell’ospedale Le Scotte di Siena, Sabino Scolletta, ha riassunto la terza notte trascorsa nel reparto di terapia intensiva del policlinico della città toscana, dove il 53enne campione paralimpico bolognese ed ex pilota di Formula 1 è stato ricoverato dopo essere stato sottoposto a un delicato intervento neurochirurgico e maxillo-facciale per le conseguenze dell’incidente.

Zanardi al momento è ancora mantenuto in coma farmacologico. Scolletta ha spiegato che sono «buoni i parametri cardiovascolari, respiratori e metabolici», ma «serve cautela, il cambiamento potrebbe essere repentino». Sull’ipotesi che venga ridotta gradualmente, già dalle prossime ore, la sedazione a cui è sottoposto Zanardi, per arrivare al risveglio che permetterebbe di valutare il danno neurologico, il medico ha affermato: «Risveglio? Pensiamo più nei prossimi giorni che nelle prossime ore. Al cervello serve tempo e riposo».

Fiducia ma massima cautela trapelano anche dall’ultimo bollettino medico, diramato poco prima delle 12 di oggi. «La terza notte di degenza in terapia intensiva è trascorsa senza variazioni - è scritto nel bollettino - Le condizioni cliniche rimangono quindi invariate nei parametri cardio-respiratori e metabolici mentre resta grave il quadro neurologico. Il paziente è sedato, intubato e ventilato meccanicamente e la prognosi è riservata. L’equipe multidisciplinare che lo ha in cura valuterà nei prossimi giorni eventuali azioni diagnostico-terapeutiche da intraprendere». Anche il direttore sanitario del policlinico senese, Roberto Gusinu, ha confermato che «le valutazioni neurologiche verranno fatte solo quando si ridurrà la sedazione, che in questo momento non si pensa di fare: ci vuole pazienza, molta pazienza».

Intanto, mentre il personale sanitario dell’ospedale delle Scotte si prodiga per salvare la vita del campione, accanto al quale sono rimasti la moglie Daniela e il figlio Niccolò, e mentre in tanti continuano a lasciare messaggi d’incoraggiamento a Zanardi e striscioni davanti all’ingresso del policlinico, sul fronte dell’inchiesta avviata dalla procura di Siena, anche oggi si sono tenuti interrogatori per ricostruire nei dettagli la dinamica dell’incidente e le modalità di svolgimento della staffetta di ciclisti paralimpici promossa dal progetto Obiettivo 3, fondato dallo stesso pilota di Formula 1. L’attenzione della procura, che coordina le indagini condotte dai carabinieri di Montepulciano (Siena), si è concentrata da ultimo sugli eventuali permessi richiesti per lo svolgimento della staffetta.

Le persone che sono state già ascoltate sabato scorso e quelle sentite oggi dal procuratore capo, Salvatore Vitiello, e dal sostituto procuratore, Serena Menicucci, non risultano indagate: sono testimoni informati dei fatti. Al momento l’unico indagato, come atto dovuto, secondo quanto ha precisato la procura, è Marco Ciacci, 44 anni, residente a Castelnuovo Berardenga (Siena), l’autista del tir contro cui ha sbattuto Zanardi, dopo aver perso il controllo della sua handbike in una curva al termine di un rettilineo in discesa. Il 44enne, parlando ieri a RadioRai, ha detto di sentirsi «distrutto», anche se l’incidente «non è colpa mia». Sulla dinamica ha poi aggiunto: «Ho visto questo gruppo di biciclette, ho visto uno che, non sapendo chi fosse, ha cominciato a sbandare; mi sono buttato sulla destra, però è stata una frazione di secondo e mi ha colpito. Penso di aver fatto il possibile. Penso tutte le notti a quel momento mi dispiace e gli sono vicino non so come finirà ma sono a terra».

Sembra del tutto esclusa, infine, l’ipotesi, circolata ieri, che il campione bolognese avesse il telefono cellulare in una mano al momento dell’incidente. Il telefono cellulare di Zanardi è stato comunque sequestrato dagli investigatori, così come i due mezzi incidentati: l’handbike e il tir.