rientro in sede
Il sindacato di Bankitalia urla a Visco: in ufficio a luglio per colpa de Il Tempo
Devono tornare in ufficio a luglio senza prolungare l'amato smart working. E così i lavoratori del Sibc, sindacato autonomo della Banca d'Italia, urlano contro il governatore Ignazio Visco che li richiude in ufficio dal primo luglio "per colpa degli 'articoli ad orologeria del direttore de Il Tempo!'", si legge in un comunicato della sigla sindacale dal titolo eloquente: "Professionisti del fatto compiuto". Come a dire, non si può tornare in ufficio come niente fosse, ora dobbiamo trattare, negoziare ed eventualmente incassare. Il riferimento al Tempo è agli articoli del direttore Franco Bechis sulla sede della Banca d'Italia deserta mentre è in corso una crisi economica senza precedenti. Insomma, coi riflettori accesi la pacchia è finita. E la casta strepita.
"Saremo banali, ma se fossimo noi a guidare l’Amministrazione, ci assumeremmo l’onere di spiegare perché viene disposto dal 1° luglio il rientro obbligatorio (...) a prescindere dal livello di produttività raggiunto dalle strutture e costringendoli all’inefficienza di lavorare in presenza quando persistono mille vincoli e procedure da rispettare ai fini di tutela della salute", si legge nel comunicato del Sibc che si chiede: Qual è "il vantaggio di pianificare parlando col muro dell’ufficio invece che con quello di casa, o facendo riunioni (sempre via Skype) dall'ufficio invece che dal salotto"?
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Invece niente. "Le decisioni (anche quella, che apprezziamo, di non forzare sul rientro obbligatorio prima di settembre) restano editti dall’alto, assunte senza un confronto con chi lavora, senza una condivisione con i rappresentanti del personale, senza basarsi sui dati di produttività, e - per conseguenza - senza motivazione, salvo che essa non vada ricercata negli articoli ad orologeria del direttore del “Tempo”. La Banca trova più comodo e conveniente mettere i colleghi e i sindacati davanti al fatto compiuto, per negoziare da posizioni di forza", dicono i sindacalisti che sperano di svangare l'estate.