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Roma, la rabbia dei tifosi a Trigoria. Di Francesco resta, almeno fino al Milan

Polizia davanti al centro di Trigoria questa notte

Erika Menghi
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La caccia ad un colpevole a tutti i costi è degenerata ieri notte in un «attacco» a chi proprio non c'entrava nulla con la débâcle della Roma a Firenze. Una ventina, massimo trenta, tifosi si sono dati appuntamento a Trigoria e hanno aspettato lì il rientro in pullman della squadra per proseguire la contestazione cominciata sugli spalti del Franchi, ma oltre agli insulti hanno lanciato sassi e oggetti contro il mezzo che trasportava non i giocatori bensì i dipendenti, lo staff e i giornalisti del media center, che si sono presi un bello spavento, bersagliati da una folla che sbagliava mira e senza un motivo aggrediva chi in Toscana ci era andato per lavoro al seguito dei giallorossi. I sassi hanno colpito i finestrini, con i calci alle macchine i tifosi hanno completato l'opera di una serata storta per tutti, la Roma e Roma città. «Infami, bastardi, pezzi di me…a!», sono alcuni degli insulti urlati ai giocatori, che hanno potuto scegliere se restare a dormire all'interno del centro sportivo, più che altro per motivi di sicurezza, o tornare a casa e rimettere piede questa mattina a Trigoria, dove è tornata la pace (per ora) dopo la tempesta scoppiata intorno a mezzanotte e 40, nonostante il presidio della polizia. Alle 11 è in programma l'allenamento, il primo verso il Milan, con tanti problemi da risolvere sia per la formazione (out gli squalificati Nzonzi e Cristante) sia, e soprattutto, quelli causati dal tilt del 7-1 in Coppa Italia. Al momento non cambia nulla, oggi è l'ultimo giorno di calciomercato e i tifosi non possono nemmeno aggrapparsi al sogno di un volto nuovo per la rinascita, Monchi è stato chiaro, non si farà nulla in entrata e la panchina resta a Di Francesco. Almeno fino a Roma-Milan.

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