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Di Francesco suona la carica: "Vincere ci darà fiducia"

La rabbia di Dzeko: "Devo migliorare. Ho sbagliato qualche occasione di troppo"

Erika Menghi
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Archiviate le polemiche da Var, la Roma torna a concentrarsi sulla competizione in cui sembra riuscirle tutto meglio, la Champions League. A Mosca domani alle 18:55 i giallorossi proveranno a blindare la qualificazione, anche se per la matematica non basterebbero tre punti contro il Cska, ma per la testa sarebbero un toccasana per ripartire dopo una sconfitta e due pareggi consecutivi in campionato: «Vincere partite importanti – dice Di Francesco – ci potrebbe dare grande fiducia, ma non è accaduto, ci siamo solo andati vicini a Napoli: i risultati ci aiuteranno a risalire la china. Sono sereno nel fare il mio lavoro nel miglior modo possibile e il primo pensiero è di preparare al meglio la gara di domani». Il fantasma di Paulo Sousa non lo spaventa: «Ho cose più importanti a cui pensare, sta a voi a dire se è stato indelicato o meno, visto che siete così bravi a leggere nel pensiero di tanti, magari anche nel mio». Nella sua testa ci sono più che altro le scelte di formazione da fare, valutando la condizione dei suoi giocatori e le tante assenze (Karsdorp, Perotti, De Rossi e Luca Pellegrini): «Un'opzione può essere Florenzi alto, quello che non deve cambiare è la mentalità. Dovremo impattare bene la partita, non dobbiamo perdere il desiderio di far male agli avversari. Prima avevamo difficoltà ad avvicinare giocatori a Dzeko, ci appiattivamo troppo senza ripartire e senza riuscire ad essere aggressivi. Abbiamo migliorato dei meccanismi. Non ho avuto paura a buttare dentro i giovani, Kluivert è uno che potrebbe giocare dall'inizio, non meravigliatevi se lo vedrete in campo dal 1' minuto». Passaggio obbligato su Fiorentina-Roma, visto che Di Francesco era rimasto in silenzio per far parlare Monchi dell'arbitraggio: «Credo che le immagini del caso di Firenze parlino chiaro, abbiamo preso un rigore che non c'era e ci ha un po' condizionato. Non dobbiamo però fermarci agli episodi, la squadra doveva reagire ugualmente, abbiamo aspettato troppo per ricominciare a giocare. Ci accade spesso, per crescere e diventare grandi dobbiamo migliorare in tanti atteggiamenti nelle partite e non fermarci alle proteste ma pensare a giocare». Ultimamente Dzeko è uno di quelli che mostra di più la rabbia, dalla poltrona accanto al tecnico spiega il perché con un gran sorriso: «Sono ancora buono. Avere più cattiveria in campo è diverso, nessuno ci pensa che non mi fa piacere perdere, divento nervoso per questo. Non è l'inizio di campionato che volevamo. Il mister mi dice che quando perdo la testa perdo 10 minuti ed è la verità, ma quando mi arrabbio mi fa anche bene, perché c'è un'altra forza che viene». Una spinta in più, magari verso la porta che quest'anno vede più in Europa che in Italia: «Sono il primo responsabile per i gol e quando non li faccio sono il primo a non essere contento. Ultimamente segno più in Champions e molto meno in Serie A, devo migliorare perché ho sbagliato qualche occasione di troppo». La Roma è come lui, più determinata in campo europeo: «Quest'anno solo a Madrid non abbiamo fatto la nostra partita ma in generale siamo sempre stati presenti. Forse perché ci sono poche partite e ognuna va affrontata con tutta la forza. In Serie A bisogna fare lo stesso. Dopo l'anno scorso abbiamo visto tutti quanto è bello giocare in Champions. Non dico che arriviamo in semifinale anche stavolta, ma vogliamo fare il meglio possibile e provare a vincere più partite possibili». Cominciando da domani, per mettere una seria ipoteca sugli ottavi.

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