Cori, birra e il sogno Kiev: tra i tifosi accampati per un biglietto di Roma-Liverpool
“Roma alè! Forza Roma alè! Voglio solo star con te! Voglio vincere e cantar per te!”. Sono le circa le 23 di ieri e fuori al Roma Store di Piazza Colonna si alzano senza sosta i cori della curva Sud. Il clima è, letteralmente, da stadio. Più di un centinaio di tifosi giallorossi cantano, sventolano sciarpe, saltano abbracciati all'unisono, in attesa che la mattina seguente apra il vicino negozio, con la speranza di accaparrarsi gli ultimi biglietti in vendita libera per la semifinale di ritorno di Champions League Roma-Liverpool. Alcuni sono qui da trentasei ore filate, e questa per loro è la seconda notte passata all'aperto. Per altri è la prima. Altri ancora devono ancora arrivare. Tutti sperano di poter stringere tra le mani quel biglietto ma molti hanno paura di non farcela, perché la sensazione è che non ce ne siano abbastanza. “È da ieri pomeriggio che sto qui – dice Francesco, giovane tifoso – con un paio di amici. Ci siamo attrezzati come per un campeggio: sedie, insalata di riso, gallette, birre. Abbiamo pure la colazione per domani mattina. Ci stiamo divertendo”. Intanto sulla scalinata della vicina Santa Maria della Pietà, sotto un grande drappo giallorosso appeso sull'entrata della chiesa, c'è una piccola fila: aspettano il loro turno per parlare con Cristina, responsabile della registrazione per la fila autogestita. Un sistema semplice e intelligente per evitare che qualche furbetto dell'ultimo minuto scippi il posto a chi, fuori dal negozio, ci sta da due giorni. A spiegarlo è proprio Cristina (che questa notte sta sostituendo Nonna Rossella, responsabile in capo della gestione della fila, che ora è andata a riposare): “questa è una fila autogestita. Tu vieni qui, dici il tuo nome e ti viene assegnato un numero. Così, quando si apriranno le porte, la fila sarà composta in ordine di arrivo”. In questo momento – sono le 23.30 – ci sono circa 300 persone registrate, anche se “bisogna aggiungerne altre che arriveranno e sottrarne almeno cinquanta che non hanno risposto al precedente appello”. Appello? Eh sì, perché la coda autogestita prevede un appello ogni 3 ore durante il quale chi si è registrato, quando chiamato, deve rispondere con un chiaro “presente!”, pena la perdita del posto. Il vecchio principio del “chi prima arriva, meglio alloggia”, insomma. “Io c'ero in quel maledetto Roma-Liverpool del 1984 – racconta Fabrizio, vecchio cuore giallorosso con l'energia di un ragazzino - e questa partita non me la perdo per nessuna ragione al mondo. Poi qui il clima è bello, la fila sta funzionando e la Città è solidale con noi. Pensate che stamattina dei passanti ci hanno portato la colazione. Niente a che vedere con qualche anno fa, quando prendere un biglietto era spesso questione di prepotenza ”. Fuori dal Roma Store di via Nazionale, invece, il clima è più pacato. A vederli così, i tifosi in attesa sembrano stiano facendo una pasquetta alternativa: due tavolini con tanto di sedie attorno a cui si gioca a briscola, due ragazzi che distribuiscono birre e panini a chi li richiede, un signore seduto a gambe incrociate che guarda la luna. C'è persino chi dorme su una sdraio, in posizione da tintarella: “dorme da due ore – dice Stefano indicandolo – perché stamattina siamo venuti da Anzio molto presto. Tra l'altro siamo anche un po' stanchi per aver giocato a pallone proprio qui, sul marciapiede. Come quando eravamo bambini”. Un clima da scampagnata che non si replica in via del Corso, fuori da uno dei Roma store più grandi della Capitale. Qui ci sono circa 300 persone che occupano la strada in tutta la sua larghezza. Sembra di fare una passeggiata a mezzogiorno e invece è notte inoltrata. Qui per ora si sono registrate circe 400 persone e Andrea, Luigi e Federico sono preoccupati: “siamo i 373esimi della fila – scuotono la testa -, forse siamo arrivati tardi. Noi comunque aspetteremo l'apertura della biglietteria costi quel che costi. Abbiamo tutto ciò che ci serve: cibo, acqua, carte da gioco e persino un bagno, quello della gelateria qui di fronte che rimarrà aperta tutta la notte. E poi, ovviamente, tanta positività”. Intanto si è fatta mezzanotte, ora del penultimo appello. Chi c'è c'è, chi non c'è è fuori, qui a Piazza Colonna come fuori da tutti gli altri 15 negozi autorizzati della Capitale, da Viale Marconi a Tuscolana, da Portonaccio all'Eur. Il momento è solenne e tra la folla cala un silenzio surreale. Un tifoso di mezza età, sciarpa della Roma al collo, sale sull'ultimo gradino di Santa Maria della Pietà e, come un moderno tribuno del popolo, inizia a chiamare l'appello: “numero 12, numero 13, numero 14…”. Quasi tutti rispondono presente, ma qualcuno manca, è andato via, forse stanco, forse scoraggiato. Un ragazzo improvvisamente si stacca dal gruppo e inizia a correre come un fulmine verso l'altro negozio, quello di Via del Corso. “Ha sbagliato fila, sarà l'emozione...” commenta qualcuno provocando una risata generale. Tutto alla fine, è andato liscio, tranne alcuni terminal andati in tilt nella mattinata di oggi, che hanno causato un rallentamento nella vendita dei biglietti, soprattutto nello store di Viale Marconi. Nessuno, però, ha mollato di un centimetro. Perché, come dice qualcuno, “ci sono i tifosi di calcio. E poi ci sono i tifosi della Roma”. La partita ve la siete guadagnata.