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Dzeko fa volare la Roma ai quarti di Champions League

I giallorossi centrano l'obiettivo dopo dieci anni

Carlo Antini
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Edin Dzeko trascina la Roma ai quarti di Champions, un traguardo che mancava da dieci anni. Il bomber bosniaco, con le valigie in mano appena un mese e mezzo fa, conferma di essere in grande ripresa ritagliandosi un'altra serata europea da protagonista dopo la splendida notte di Stamford Bridge di metà ottobre. Il suo guizzo in avvio di ripresa stronca uno Shakhtar Donetsk fin lì in controllo, poi però scomparso dal campo e rimasto in 10 per l'espulsione di Ordets. Paura in un finale concitato e nervoso, ma Alisson non ha dovuto compiere neppure una parata: una qualificazione meritata per i giallorossi, che con la Juventus rappresenterà l'Italia tra le migliori otto d'Europa. Non accadeva da 11 anni. Dzeko ha subito sul destro una buona chance, ma Pyatov non corre rischi. Brividi lungo la schiena dei 45mila dell'Olimpico quando una punizione di Marlos viene pericolosamente deviata da Florenzi: immobile Alisson, sarebbe stato un clamoroso autogol. Come previsto, lo Shakhtar non ha alcuna intenzione di speculare sul 2-1 dell'andata: baricentro alto, possesso palla gestito da Fred (promesso sposo del Manchester City) e Stepanenko, tridente alle spalle di Ferreyra rapido e imprevedibile. La Roma è quella attesa: rispetto al Torino rientrano Dzeko, Perotti e Fazio, Nainggolan fa da pendolo tra centrocampo e trequarti. Si sgola Di Francesco, ma la sua squadra viene risucchiata all'indietro, sia per il timore delle ripartenze veloci degli uomini di Fonseca che per frequenti errori in appoggio. Quando riemerge, la verticalizzazione di Perotti per Kolarov viene disinnescata in extremis da Pyatov, felino in uscita bassa su Dzeko (24'). Una clamorosa ingenuità di Fazio fa tremare la Roma: l'argentino perde palla sul pressing Ferreyra, ma la rimonta è vincente e all'intervallo si va sullo 0-0. Non basta. Ma mentre Di Francesco medita cambi, al 52' cambia tutto: improvviso lancio di Strootman per Dzeko, che scatta per tempo (Butko sbaglia il fuorigioco) e beffa Pyatov con un tocco di prima sotto le gambe. Roma in vantaggio e più libera a livello mentale: da Under a Strootman (velo di Dzeko) di prima per Perotti, troppo debole il destro dell'argentino. Si aprono spazi invitanti in contropiede per i giallorossi: Dzeko va a caccia della doppietta, gli va male per un soffio in due occasioni di contropiede. La prima mossa di Di Francesco è Gerson per uno spento Under, cambio con il chiaro intento di limitare gli assalti di Ismaily e Bernard sulla fascia sinistra, in pratica lì dove confluiscono tutte le manovre dello Shakhtar che fatica a organizzare un'efficace risposta. Proprio Gerson avrebbe sul piede sbagliato, il destro, l'occasione per il 2-0: la spreca, favorendo il recupero di Ismaily. Al 79' ucraini in 10: Dzeko scappa via a Ordets che lo trattiene a lungo costringendo Undiano Mallenco a estrarre il rosso diretto. Scoppia il caos per un clamoroso spintone di Ferreyra (soltanto ammonito) a un raccattapalle: clima da corrida e la Roma un po' ne risente, rischiando una clamorosa beffa nel finale ma la punizione di Alan Patrick si infrange sulla barriera. Quattro minuti di recupero, qualche affanno di troppo ma la Roma è ai quarti.

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