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Roma, Spalletti: vinciamo per Florenzi

Erika Menghi
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Ha recuperato un po' della voce che aveva perso a Vila-real a forza di gridare, nonostante il 4-0 dei suoi, ma tra le righe della conferenza stampa di Spalletti alla vigilia del match di campionato con il Torino spunta un malessere covato di nascosto ma ben presente. Il tema è la polemica nata nel Napoli tra De Laurentiis e Sarri, eppure sembra esserci qualcosa di molto personale nella risposta: «Il ruolo dell'allenatore è così ormai: esce un giocatore dal campo e non ti saluta, non ti dà la mano, oppure uno ti manda a quel paese, il presidente ti dice che sbagli la formazione. Fa parte della gestione del nostro ruolo. Io tento di imparare sempre più cose perché a volte mi ci trovo non tanto comodino con le spalle al muro e vorrei un po' d'aria». Sulla possibilità di sedersi sulla panchina della Juventus il prossimo anno resta vago: «Ѐ una cosa che non so». Impreparato sull'argomento, o almeno così fa credere, torna sulla trasferta spagnola: «Ora va di moda rifare i muri, nel confine del nostro calcio con quello europeo. Andare a pigiare dopo il 2-0 è un rapporto corretto che dobbiamo avere, sono verissimo quando dico che la Roma è una squadra forte e dobbiamo pensare allo stesso modo al di qua e aldilà del muro. Se c'è la possibilità di mettere una seria ipoteca sul passaggio del turno, come è stato, e non vuol dire che siamo già passati perché sono avversari temibili, dobbiamo portare a casa il massimo. Nessuno creda di evidenziare presunzione nel ritorno perché fa un errore. Va detto brava alla Roma, ma anche che deve avere il rispetto del proprio lavoro perché sennò te ne fanno accorgere gli altri del rispetto che devi avere. Noi dobbiamo migliorare la fase di riconquista del pallone, renderla nostra, non contesa. Non sono avvelenato, non sono nervoso, voglio sfruttare le qualità della mia squadra e riuscire a fare più risultati possibili». Tenere aperto il campionato è complesso, ma col Torino domani «non esiste altro risultato se non la vittoria: dobbiamo fare una partita diversa rispetto all'andata. Vogliamo vincere assolutamente. Non ci manca niente, possiamo arrivare in fondo a tutte le competizioni e dobbiamo far bene in qualsiasi partita». Anche se gli uomini per forza di cose ruoteranno: «Il risultato dell'andata dei sedicesimi di Europa League qualcosa modifica. Bisogna che io oggi veda e mi renda conto di chi ha pulito qualcosa, tenendo conto dei numeri precedenti. L'allenamento di rifinitura mi può convincere su qualche dubbio che ho. Non ho chiara la situazione al momento. Paredes, Salah e Perotti possono sostituire altri, hanno un minutaggio corretto. Mario Rui non l'ho fatto giocare tanto e può darsi che nel ritmo indiavolato dei 90' può dare di meno per via del suo uso». Il neo acquisto Grenier non è ancora in linea con i canoni pretesi da Spalletti: «L'ho allenato personalmente dopo la seduta con la squadra e si vede che va in difficoltà nella resistenza alla velocità, gli manca la partita da tempo. C'è da fare una doppia valutazione, perché se lo si vuole usare prima o poi va messo in campo». Con Vermaelen «è meglio aspettare, se non c'è necessità di schierarlo. Ogni giorno che passa ha un rischio minore, visto che gli si sta calcificando il problema alla mano». Florenzi è (di nuovo) una perdita grave per la Roma: «Ci ha consegnato un pezzetto di se stesso a tutti. Siamo tutti un po' Florenzi, domani se ce lo permettono entriamo con Flo-Fazio, Flo-Emerson, Flo-Spalletti eccetera... Ci dà strappi di 100 metri fatti di qualità che solo lui sa fare, ci ha trasferito una parte di sé». Sul ritorno di Zeman su una panchina di A, quella del Pescara: «Mi fa piacere che sia tornato sulla scena più importante del calcio italiano e farà vedere la sua grande qualità. Ѐ stato uno dal quale abbiamo preso tutti e magari non facendolo vedere si sarà documentato e avrà altre cose da proporre al nostro calcio». Le avrà sicuramente Abodi, candidato alla presidenza della Figc, ma Ulivieri si è schierato con Tavecchio a nome dell'Assoallenatori: «Mi ha spiegato le motivazioni della sua scelta, sto conoscendo più cose e sono d'accordo con la sua idea. Poi però devo vedere altre cose e non posso entrare dentro se non le so bene».

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