GUAI A 5 STELLE
Beppe Grillo sgrida i suoi: lo stadio della Roma si deve fare
Le fibrillazioni interne ai 5stelle romani sul progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle valicano i confini del Grande Raccordo Anulare e approdano direttamente al più alto livello nazionale. Secondo quanto trapela dal Campidoglio, infatti, adesso la palla sarebbe passata al vicesindaco, Daniele Frongia, per trattare con la Roma e il costruttore Parnasi sullo Stadio. Per portarlo a casa. Condizionale rigorosamente d’obbligo: Beppe Grillo (che sul progetto non si era mai espresso a differenza, ad esempio, delle Olimpiadi 2024) avrebbe dato il via libera al progetto. E il Direttivo nazionale, quindi, avrebbe incaricato il «pompiere» Frongia di mediare con la Roma per trovare «nel pieno rispetto delle leggi» la quadra e chiudere una vicenda che potrebbe danneggiare l’immagine del MoVimento. Di fatto un argine all’assessore Paolo Berdini, sin dall’inizio contrario al progetto. E al quale, sempre secondo le voci di corridoio di Palazzo Senatorio, sarebbe stato chiesto in modo pressante di azzerare le dichiarazioni pubbliche. Non molto diversamente da quanto già avvenuto giovedì 17, durante l’audizione in Regione, quando, si racconta che a Berdini, inquadrato dalle riprese armeggiare con il cellulare, sarebbe giunto un messaggio con il quale gli è stato chiesto dal Campidoglio di specificare che la sua posizione non era una contrarietà al progetto. E, infatti, riprendendo la parola, Berdini: «Io non ho detto no allo Stadio. Ho detto il contrario». Abbiamo provato a contattare il Vicesindaco per un commento e la conferma di questo retroscena ma senza successo. Berdini a parte, però, non solo Frongia, ma anche Marcello De Vito, presidente del Consiglio Comunale, ed Enrico Stefàno, presidente della Commissione mobilità, nelle ultime settimane, pur con tutte le cautele dialettiche del caso, si sono schierati pro Stadio. Tre consiglieri su quattro dei 5Stelle che nella passata consiliatura votarono contro la delibera di Pubblico interesse di Marino e Caudo. A questi manca Virginia Raggi, all’epoca la quarta della pattuglia pentastellata in Aula Giulio Cesare e oggi Sindaco. Ed è lei, di fatto, la grande assente. Sullo Stadio, dopo le parole pronunciate in campagna elettorale a RadioRadio («revochiamo la delibera di pubblico interesse»), è calata da parte della Prima Cittadina una cortina di ferro. Parlano tutti: Berdini, cui la Raggi ha dato inizialmente carta bianca nella gestione del dossier Tor di Valle, Frongia, Stefàno, De Vito, il capogruppo Paolo Ferrara, ma della Raggi, nulla. A questo punto si va delineando una situazione che vede i proponenti del progetto, la As Roma e il costruttore Luca Parnasi, come in una partita a poker, andare a «vedere le carte» del Campidoglio. Per cui, mentre oggi si celebra la terza seduta della Conferenza di Servizi decisoria in Regione, contemporaneamente i tecnici delle due parti tornano a vedersi, dopo la riunione di martedì per cercare di trovare un punto di accordo soddisfacente. In attesa, poi, del nuovo incontro «plenum» previsto per domani, con tecnici e politici. Insomma, in attesa del superamento dell’impasse causata in realtà dall’assenza di una posizione chiara e unitaria da parte dei 5Stelle, la Conferenza di Servizi, di fatto, è come svuotata della sua funzione e continua a riunirsi esaminando, di fatto, elementi più o meno marginali ma senza prendere ancora nessuna decisione. Dalla prima riunione del 4 novembre sono già trascorsi 20 giorni e ne rimangono 70 prima della conclusione obbligatoria dei lavori: tre riunioni, con quella di oggi, già celebrate ma nessuna di esse è ancora «decisoria», tutte interlocutorie. Iniziano a filtrare anche le prime notizie su quali siano i veri fronti delle trattative: la rinuncia a 7.500 posti nel nuovo Stadio che, quindi, non sarebbe più estendibile a 60mila posti ma rimarrebbe fisso a 52.500 e una riduzione di circa un ettaro delle superfici dedicate ai parcheggi per venire incontro al timore del Comune di dover manutenere un’area troppo vasta. Resterebbe il ponte carrabile sul Tevere, tanto contestato da Berdini che vorrebbe sostituirlo con il Ponte dei Congressi: la moneta di scambio potrebbe essere il rifacimento e unificazione totale della via del Mare-Ostiense, da Marconi al Raccordo, mentre oggi sarebbe solo da Stadio a Raccordo con il tratto verso Marconi solo messo in sicurezza.