indolore
Tumore al colon, il test veloce e indolore evita la malattia prima dei sintomi
Un test semplice, rapido e indolore per evitare il tumore al colon. Si tratta del test per la ricerca del sangue occulto nelle feci, gratuito per chi ha un’età compresa fra i 50 e i 70 anni. Ogni due anni, l’Asl invita gli over ad andare in farmacia e ritirare il contenitore per la raccolta delle feci per poi farlo esaminare. Il SSN spedisce il referto direttamente a casa entro due settimane.
Giocare d’anticipo è fondamentale nelle neoplasie e nel caso delle patologie a carico del colon-retto esiste questo esame molto efficace e indolore per scovare le lesioni pre-cancerose. Lo screening è utilissimo come sottolinea Roberto Persiani, presidente di EuropaColon Italia Onlus, al Corriere della Sera Salute: “Questo test riduce del 30% la mortalità e del 20% il numero dei nuovi casi. E’ uno dei pochi tipi di cancro in calo nel nostro Paese grazie al SOF, la ricerca del sangue occulto nelle feci che permette di individuare e asportare polipi e adenomi quando ancora non si sono evoluti in carcinoma: impiegano anni (tra i 7 e i 15 in media) per trasformarsi in forme maligne. E cresce il numero dei malati che sopravvivono a lungo”.
La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi nei pazienti italiani è cresciuta dal 52% degli anni Novanta al 65% attuale. Un successo che la pandemia da Covid sta compromettendo a causa dei ritardi in questo tipo di anamnesi. In Regioni come Campania, Calabria, Lazio, Lombardia, Sicilia, Piemonte e Valle d’Aosta si registrano riduzioni del 20% e oltre. Il Corriere della Sera Salute riporta anche i possibili campanelli d’allarme: presenza di sangue nelle feci, talvolta con muco; senso di evacuazione non completa; defecazione in tempi più ravvicinati, perdita di peso senza motivo; spossatezza e febbricola specie di sera. Chi soffre di morbo di Crohn, retticolite ulcerosa, sindrome di Lynch o FAP deve usare particolare attenzione. Solo una minima parte, tra il 2 e il 5% sviluppa questo genere di lesioni per mutazioni ereditarie del DNA. Insomma, la parola d’ordine è prevenzione.