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Caffè e ictus, lo studio rivoluzionario della società europea di cardiologia: "Tre tazze, rischio inferiore"
La "tazzulella" di caffè, anzi tre, ti accarezza il cuore e “previene” l’ictus. Un gruppo di ricercatori ha scoperto che bere fino a tre tazze di caffè al giorno è associato al beneficio di un minor rischio di ictus e malattie cardiache fatali. Judit Simon, studioso del Heart and Vascular Centre, in Ungheria, ha dichiarato: “Questo è il più grande studio per valutare gli effetti cardiovascolari del consumo regolare di caffè in una popolazione senza malattie cardiache diagnosticate. I nostri risultati suggeriscono che il consumo regolare di caffè è sicuro, poiché anche un'assunzione giornaliera elevata non è stata associata a esiti cardiovascolari avversi e mortalità per tutte le cause dopo un follow-up di 10-15 anni”.
Lo studio, ripreso da “Il Giornale”, ha coinvolto 468.629 partecipanti della UK Biobank senza segni di malattie cardiache al momento del trial e si è focalizzato sull’associazione tra l’assunzione abituale di caffè e l’infarto, l’ictus e la morte. L’esito è inoppugnabile: se assunto con moderazione, il caffè fa bene alla salute. Un risultato importante visto che in Italia quasi un milione di persone convive con le conseguenze invalidanti di un ictus e cinquantamila muoiono improvvisamente. La nuova ricerca conferma quella del 2017, guidata dalla dottoressa Susanna Larsson del National Institute of Environmental Medicina del Karolinska Institutet di Stoccolma e pubblicata su Stroke, la rivista ufficiale dell’American Hearth Association.
Anche in questo caso, gli scienziati avevano constatato che una tazzina di caffè al giorno può ridurre del 25% il rischio di incorrere in un ictus. In particolare, i ricercatori hanno monitorato per oltre 10 anni le abitudini alimentari di circa 35 mila donne tra i 49 e gli 83 anni, scoprendo che coloro che assumevano una tazza di caffè al giorno avevano un rischio di ictus più basso dal 22 al 25% rispetto alle donne che ne bevevano meno.
Dunque la bevanda scura non provoca un aumento delle malattie cardiovascolari, non causa aritmie e non alza la pressione se non a breve termine. I chicchi di caffè rappresentano una delle migliori sostanze antiossidanti presenti in natura, riducono l’infiammazione e migliorano la sensibilità all’insulina. Attenzione, però, a non confondere il caffè con la caffeina (le bevande che contengono caffeina non hanno gli stessi vantaggi) e alle esagerazioni: il consumo di una tazzina al giorno di caffè inglese, una sorta di “caffè lungo” corrisponde a una-due tazze del nostro caffè espresso. Berne di più non significa avere uno scudo maggiore.