I vini d'Abruzzo tra conferme e promesse
Di strada nel mondo del vino di qualità l’Abruzzo ne ha fatta tanta da quando era una regione in cui si puntava solo a un prodotto sfuso senza andar troppo per il sottile. Poi, da una quindicina di anni o poco più, nelle cantine è iniziata una rivoluzione di qualità e sono arrivate produzioni più controllate - meno quantità, più qualità - e accanto a Montepulciano e Trebbiamo sono stati riscoperti Passerina, Pecorino e, ultimamente la Cococciola. A oggi quella «rivoluzione» - portata avanti da giovani vignaioli che di ritorno da fuori dove erano andati a studiare hanno preso in mano le aziende di famiglia - pare però debba essere ancora completata del tutto. È l’impressione che arriva dalla presentazione a Vasto delle nuove annate dei vini abruzzesi, 335 etichette in degustazione a palazzo D’Avalos, splendida dimora nobiliare oggi trasformata in museo e che merita sicuramente una visita se si è in vacanza sulla costa pescarese. Quel che fortunatamente è stato lasciato alle spalle sono vini troppo carichi, con gradazioni eccessive ed eccessiva opulenza. Il passo successivo che ancora manca sarà dargli, in molti casi, un equilibrio che li porti verso un gusto più moderno e una maggiore bevibilità.
A proposito di nuove generazioni «di ritorno» è il caso di Francesco Cirelli, che ha l’azienda agricola che porta il suo nome in contrada Colle San Giovanni, sulle colline teramane. Un posto magnifico, con vigneti che abbracciano la casa e la cantina su vallate e calanchi spettacolari. Lui, Enrico, è tornato nella regione che aveva lasciato per andare a studiare fuori, comprando questo terreno e impiantando vigneto e alberi da frutta. Buoni e «puliti» i vini, che vengono vinificati in anfore di terracotta per favorire la microssigenazione senza avere cessione di profumi e sapori estranei. Menzione per il Cerasuolo d’Abruzzo doc Anfora tra i migliori assaggiati, ampio di profumi e in perfetto equilibrio.
Fra gli altri assaggi della manifestazione che meritano di essere segnalati il Montepulciano d’Abruzzo bio 2019 Buccicatino che si presenta con profumi molto intensi dove spicca frutta sotto spirito (ma non invadente) spezie, qualche accenno di liquirizia, mentre all’assaggio tona la ciliegia e una presenza di tannini mai fastidiosi. Segnalazione anche il Montepulciano d’Abruzzo In&Out 2016 Collefrisio: un vino caldo, avvolgente, con profumi di ciliegie sotto spirito, mallo di noce, china e cannella e morbido all’assaggio. Infine il Montepulciano d’Abruzzo linea classica Nestore Bosco 2019: naso molto ampio tra marasca e appena un soffio di rabarbaro, gentile al sorso con tannini ben presenti ma che via via si attenuano grazie a una bella freschezza. Perfetto con costine di agnello. O, se si è fortunati ad averla, con la lepre in salmì.