Addio pasta al pomodoro. Con il caro prezzi gli spaghetti al sugo rischiano di sparire
In quest'epoca segnata dalle emergenze incrociate persino la pasta al pomodoro, vecchio baluardo della cucina made in Italy, rischia di essere spazzata via dalle tavole degli italiani. A lanciare l'allarme è stata ieri la Coldiretti, secondo la quale il piatto per eccellenza della dieta mediterranea potrebbe subire enormi danni a causa dei rincari energetici previsti per i prossimi mesi; una «tempesta perfetta» i cui effetti nefasti hanno già iniziato a farsi sentire in questi giorni, mettendo in allerta l'intero settore agroalimentare, comparto che in Italia assorbe l'11% dei consumi totali. La crisi energetica in atto, infatti, promette di riverberarsi un po' su tutti i settori industriali, compresi quelli che fino ad oggi pensavamo intoccabili, come quello della pasta e dell'olio. Secondo lo studio Coldiretti, tra i più colpiti ci sarebbero i produttori di grano, per i quali i rincari sulla bolletta potrebbero addirittura superare il 30%, costringendoli a spendere più di 400 euro in più a ettaro coltivato, dalla semina fino alla mietitura.
Più sconti in bolletta ai settori alimentari: aiuti a chi produce beni di prima necessità
«La stangata interessa - rileva Coldiretti - soprattutto il gasolio agricolo necessario per le operazioni colturali, aumentato di circa il 50%. Un'altra filiera cruciale dell'agroalimentare italiano che rischia grosso è quella dell'olio, sulla quale, secondo Unaprol (Consorzio Olivicolo Italiano), si abbatteranno aumenti superiori al 12% per quanto riguarda i costi medi di produzione. Anche nel caso dell'olio, ad incidere maggiormente sarà l'impennata del prezzo del carburante, praticamente raddoppiato nel giro di pochi mesi, oltre che il costo dell'energia e i rincari di vetro (+15%) e carta (+70%), necessari per imbottigliamento e confezionamento. A completare il fosco quadro si aggiunge infine il comparto del pomodoro e dunque della produzione di polpe, passate e sughi, anche se in questo caso a colpire duro non saranno tanto le bollette, quanto i ritardi nella definizione degli accordi di filiera». «I ritardi nella definizione di un accordo quadro per il 2022 fra produttori e industriali - spiega Coldiretti nel suo documento - peserà molto. Questo accordo ora è più fondamentale che mai, considerato proprio l'aumento senza eguali dei costi di produzione per le imprese agricole».
A tutto ciò, bisogna poi aggiungere tutti gli altri prodotti colpiti dall'impennata dei prezzi energetici, dagli imballaggi alla plastica, fino alle confezioni di latte e alle bottiglie per il vino. «Serve responsabilità da parte dell'intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per salvare le aziende agricole - ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini». «Oggi c'è la necessità di risorse per sostenere il settore in un momento di incertezza e per spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare».