Vini e chef d'eccellenza, la cena è servita
Un matrimonio perfetto quello tra vino e cibo. Che ora diventa anche occasione per una serie di cene in tutta Italia, il 18 novembre, nel menu delle quali si incontreranno le bottiglie di produttori famosi e i piatti di grandi chef. Un’iniziativa che l’Istituto Grandi Marchi - che riunisce 18 cantine storiche - aveva già organizzato durante il lockdown ma «a distanza»: una «sfida» cantina-chef, per dare sostegno a tutta la filiera della ristorazione duramente colpita dalla pandemia. «Oggi finalmente è un abbraccio fisico e non più virtuale - spiega Pietro Mastroberardino, patron dell’omonima azienda in Irpinia e presidente dell’Istituto - E del resto la storia del vino è sempre stata unita a quella del cibo e della ristorazione e viceversa». Diciotto le cene che si svolgeranno in altrettanti ristoranti in 12 regioni e tutte aperte su prenotazione al pubblico (informazioni e prenotazioni su www.istitutograndimarchi.it). «Noi come azienda siamo poi particolarmente legati al mondo dei ristoranti perché siamo nati con quello. A fine ’800 i nostri distributori vendevano i vini ai locali sparsi nel mondo. Eravamo presenti in tutti i continenti. Negli anni ’20 arrivavamo in Africa, nelle colonie, e poi nelle Filippine e in Cina».
Intanto il mondo del vino sembra definitivamente uscito dalla zona buia del lockdown e anzi aver incrementato le vendite rispetto ai numeri pre-Covid. «Si è creato un effetto particolare - spiega ancora Pietro Mastroberardino - perché durante la pandemia, specialmente per i vini di pregio, è cresciuto il canale dell’e-commerce, usato prevalentemente da un pubblico medio-alto. E questo traffico si è aggiunto a quello tradizionale della ristorazione. Chiaro però che ora la sfida è quella di tenere attiva anche questa modalità, di non farla morire». Ma il Covid - e non solo - ha lasciato uno strascico negativo: l’aumento dei prezzi del trasporto e delle materie prime che andrà a incidere tra il 10 e il 15% sul costo finale delle bottiglie. «C’è stata una vera e propria esplosione dei costi della logistica da quando c’è stato il blocco del canale di Suez. Da quel momento si sono accumulati ritardi nelle consegne che ancora non sono stati smaltiti: oggi alcuni trasportatori hanno incrementato il listino del 30%. A questo si aggiunge l’impennata dei prezzi delle materie prime: la carta e il legno sono aumentate del 40%, altrettanto i vetri cavi e le capsule. Per i vini di fascia medio-alta l’aumento del 15% del prezzo non sarà un problema ma credo che avrà ripercussioni più pesanti su target con più alta rotazione. La sfida sarà non scaricare sul consumatore finale ma cercare di assorbire l’aumento lungo tutta la filiera. Altrimenti avremo di nuovo una contrazione della domanda».