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Ecco il produttore di anfore per il vino che fa impazzire il mondo

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Tutti pazzi per i vini fatti maturare in anfora. Una scelta di pochi, fino a qualche anno fa - il primo e all'epoca il più guardato con un misto di compassione e insofferenza è stato Josko Gravner - e ora diventata invece una pratica assai seguita. Così accade che  i grandi nomi del vino internazionale adesso bussano alla porta di un italiano, Francesco Tava, che in Trentino ha riconvertito l’azienda di famiglia e rimesso il vino nelle anfore: dagli chateaux del Bordeaux che assorbono il 65 per cento dell’offerta al Sudamerica, dalle cantine Ferrari ai blasonati Philippe de Rothschild a Domaine Michel Magnien a Dalla Valle Vineyards che collabora con il guru degli enologi Michel Roland. «Parliamo di 3,5 milioni di euro di fatturato - precisa Tava -. Ogni pezzo è unico, completamente fatto a mano dai miei 21 artigiani. Abbiamo diversi formati che vanno dai 320 a 1.600 litri, ma sempre e comunque oggetti irripetibili. Tant’è che ogni anfora ha un numero identificativo che permette di risalire alla materia prima usata a chi ha fatto la forgiatura e rifinitura. Tra poco inseriremo anche la firma di chi l’ha prodotta: è giusto che si sappia chi è l’artigiano artefice dell’opera». Ora però Tava si deve confrontare con un mercato di nicchia in crescita: 18 nuovi competitor a livello europeo e due in Cina. «Cercano di copiare il nostro prodotto - ammette Tava -. Ma non ce la faranno mai. Dietro alle creazioni made in Mori c’è una lunga fase di ricerca e di studio affinchè questo prodotto arcaico sappia rispondere alle esigenze del vino che richiede un particolare trattamento di ossigenazione e di permeabilità ossidativa. Le nostre anfore sono la giusta "casa di riposo" per i mosti di barolo e chateaux margaux».

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