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Guida (parziale) alle cantine tra Langhe e Monferrato

Alessio Buzzelli
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Tutti, almeno una volta della vita, dovrebbero poter visitare, almeno per qualche giorno e se possibile anche di più, la zona oggi chiamata “Langhe-Monferrato-Roero”, Piemonte, Italia. Una terra che definire bella sarebbe riduttivo a dire poco, perché parliamo di un territorio che si presenta come un sistema magnificamente armonioso, in cui il tutto, alla fine, risulta essere molto molto di più della semplice somma delle singole parti che lo compongono. Un’area compresa nella province di Alessandria, Asti e Cuneo dove tutto sembra essere esattamente dove dovrebbe e dove l’imperscrutabile piano segreto della natura si è sposato in modo quasi perfetto (quasi perché niente è mai perfetto, anche se in questo caso ci andiamo veramente vicino) con l’essere umano e con la storia delle comunità che abitano questa terra. Le morbide convessità delle colline cui lo straordinario lavoro umano fatto sulle vigne ha col tempo conferito un ordine geometrico che a volte sconfina nell’ipnotico, è solo la manifestazione più evidente dell’armonia che abita questi luoghi in cui natura e cultura, uomo e storia vivono fianco fianco da secoli nel reciproco rispetto. E non è certo un caso che l’UNESCO nel 2014 abbia inserito questa porzione di Piemonte nella sua lista dei Patrimoni Mondiali. Difficile per chiunque decidere cosa valga la pena di vedere, assaggiare, toccare, respirare, perché da queste parti tutto è eccellenza, tutto è esaltazione dei sensi, tutto custodito e conservato con inarrivabile sapienza. Di seguito la nostra – difficile e indubbiamente parziale – scelta.

TREISO. Immerso nella Langa del Barbaresco, Treiso è un piccolo comune circondato dai vitigni di Nebbiolo, Dolcetto e Barbera, come del resto gran parte della zona circostante. Vini e cantine di assoluta eccellenza un po’ ovunque, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per questo merita una particolare menzione il coraggioso tentativo fatto dalla giovane azienda agricola integrata Cascina Alberta, che ha deciso di inserire nella sua offerta di vini nientemeno che un Riesling, molto raro da queste parti. Una scommessa decisamente vinta, con un vino sorprendente e dai forti ma piacevoli contrasti: al bouquet decisamente floreale, che lascerebbe pensare ad un vino aromatico, si contrappone al momento dell’assaggio una fragranza del tutto diversa, minerale, fresca e sapida, frutto anche della fermentazione in anfora. La Cascina ha anche diverse suites in cui soggiornare, dalle quali è possibile ammirare l’abbacinante bellezza del territorio circostante.

PIOBESI D’ALBA. Poco distante da Treiso, vale certamente la pena fare un salto dalla Cantina De Stefanis. Qui Federico, rappresentante di quarta generazione della famiglia, ha deciso di utilizzare i vigneti dell’azienda come una grande scenografia naturale in cui mettere in scena gli antichi riti della convivialità legati al vino ed al mondo contadino in una serie di eventi organizzati durante tutto l’anno. L’ultimo in ordine di tempo è stato quello della così detta “taula lunga”: un unico tavolo lungo 51 metri posizionato tra i filari della vigna , pensato per far vivere ai commensali una cena all’insegna della condivisione assoluta, proprio come era uso fare un tempo. Un vero momento di festa durante il quale si ha l’occasione unica di liberarsi di strutture e sovrastrutture per vivere appieno i piaceri offerti dalla natura circostante, vino dell’azienda compreso, ovviamente.

MARTINENGA. Tra le Langhe e il Monferrato, un anfiteatro naturale fatto di valli e colline, disegnato dai vitigni di Barbaresco Doc., è lo scenario che ci accoglie una volta arrivati nella tenuta Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy, la cui sede principale si trova proprio a Martinega. Una cantina dalla tradizione e dal nome incontestabili, che può beneficiare di uno dei migliori vigneti della zona di Barbaresco Docg, sapientemente gestito da Alessandro Grésy e dai suoi giovani figli. Tanti i vini di qualità proposti, tra cui spicca il Brabaresco Martinega, vino di assoluto livello che nulla ha da invidiare ai più rinomati Barolo prodotti poco distanti.

COAZZOLO. Procedendo verso est da Barbaresco, tappa obbligata è quella di Coazzolo, minuscolo comune in provincia di Asti, ricco di bellezze che non ti aspetti. Su una delle sue colline è infatti presente una delle opere di arte moderna più rinomate della regione e non solo: la chiesetta della Beata Maria Vergine del Carmine decorata esternamente dal famoso artista contemporaneo inglese David Tremlett, già autore della vicina “Cappella del Barolo”. Un progetto coraggioso e travagliato, voluto fortemente dal mecenate Silvano Stella e inaugurato nel 2017: oggi è uno dei luoghi più fotografati del Piemonte, diventando un caso di scuola riguardo il dialogo tra intervento umano e territorio naturale.A poche centinaia di metri di distanza vale la pena visitare la ormai famosa “vigna dei pastelli”, progetto ideato dal produttore e proprietario della vigna Piercarlo Anfosso. Personaggio d’altri tempi, Piercarlo vi accoglierà con autentico spirito contadino e soprattutto con autentici prodotti del territorio come pochi se ne trovano in giro, dal vino ai salumi passando per la buonissima “cougnà”. Particolare degno di nota: Piercarlo lascia libero l’ingresso alla sua vigna, dove il visitatore potrà anche degustare gratuitamente il buonissimo moscato dell’azienda prendendolo direttamente dai frigoriferi sparsi nella vigna. Una degustazione “self-service”, come la chiama efficacemente lui.

NIZZA MONFERRATO. Spostandosi ancora più a est, non si può non fare sosta a Nizza Monferrato, nella valle del Belbo, capitale indiscussa del vino Barbera, con i suoi 880 vigneti coltivati prevalentemente a Barbera da 229 aziende vitivinicole specializzate. Territorio anche questo di assoluta bellezza, cui si aggiunge anche la storia e la vivacità dell’omonima cittadina, sempre frequentata e piena di eventi, tra fiere, mercatini, rievocazioni storiche e ristoranti di livello. Non c’è posto migliore dunque per degustare la recente DOCG locale, il “Nizza”, dell’Enoteca Regionale situata nel Palazzo del Gusto, dove è ovviamente possibile trovare anche il Barbera d’Asti in ogni sua possibile declinazione, con prezzi per ogni tasca e gusti per ogni palato. Ma il Nizza non è l’unico prodotto peculiare della zona: il protagonista della tavola da queste parti è infatti il “cardo gobbo” di Nizza Monferrato, prodotto della terra presidio SlowFood, utilizzato nella cucina tradizionale locale in ogni modo possibile (persino come estratto da cui è stato ricavato un amaro, peraltro buonissimo). Uno dei luoghi migliori in cui assaporare i prodotti del territorio, preparati con competenza e creatività, è senza dubbio la centralissima Osteria-Vineria “La Signora in Rosso”, situata nella splendida corte di Palazzo Crova.  

 

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