L'ultima follia
La Ue ci vuole rifilare il vino annacquato
Aggiungere l'acqua al vino. No, non è uno scherzo e neppure il ricordo di quel che facevano i nostri nonni per far durare più a lungo quelle (poche) bottiglie che le famiglie potevano permettersi. È invece l'ultima follia dell'Unione Europea che in quanto a leggi su cibo e bevande alcoliche ne ha combinate di tutti i colori. La denuncia arriva da Coldiretti che svela i contenuti di un documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri Ue in cui viene affrontata la pratica della dealcolazione parziale e totale dei vini. La proposta prevede di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o parziale dell’alcol con la possibilità di aggiungere acqua anche nei vini a denominazione di origine. In pratica aggiungere acqua permette di abbassare il grado alcolico di un vino. Compromettendone comunque le caratteristiche organolettiche di un prodotto che ha una storia millenaria. «L’introduzione della dealcolazione parziale e totale come nuove pratiche enologiche rappresenta un grosso rischio ed un precedente pericolosissimo e che metterebbe fortemente a rischio l’identità del vino italiano e europeo, anche perché la definizione "naturale" e legale del vino vigente in Europa prevede il divieto di aggiungere acqua» afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’impegno per fermare una deriva pericolosa che rischia di compromettere la principale voce dell’export agroalimentare nazionale che complessivamente sviluppa un fatturato di oltre 11 miliardi in Italia e all’estero. Un pericolo che si inserisce in un contesto comunitario preoccupante per il settore con la Commissione Ue che potrebbe introdurre allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche come per le sigarette nell’ambito dell’attività di prevenzione del nuovo «Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei» ed eliminare addirittura il vino dai programmi di promozione dei prodotti agroalimentari magari proprio per favorire le nuove bevande annacquate.
La proposta di aggiungere acqua è solo l’ultimo degli "inganni" autorizzati dall’Unione Europea che già consente l’aggiunta dello zucchero nei paesi del Nord Europa per aumentare la gradazione del vino mentre lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un «trucco di cantina» e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva. Ma Bruxelles ha dato anche il via libera al vino «senza uva» ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes. Una pratica enologica che altera la natura stessa di questo prodotto che storicamente e tradizionalmente è solo quello interamente ottenuto dall’uva. La preoccupante novità arriva peraltro in un momento difficile per il settore per il drammatico crollo del consumo di vino Made in Italy all’estero che raggiunge il minimo storico da oltre 30 anni per effetto del calo del 20% nelle esportazioni nel 2021. L’Italia - conclude la Coldiretti - si conferma comunque primo produttore mondiale con 49,1 milioni di ettolitri ed anche primo esportatore sia nei vini fermi che spumanti con un totale di 20,8 milioni di ettolitri davanti alla Spagna con 20,2 e alla Francia con 13,8.