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Don Papa Rye Aged, il rum filippino incontra l'America profonda

Davide Di Santo
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Tre secoli in convento e cinquant'anni a Hollywood. Nelle Filippine a lungo dominate dalla Spagna e poi finite sotto la bandiera degli Stati Uniti si sintetizza così un passato di colonialismo e influenze culturali. Ad avere l'impatto maggiore sulle tradizioni locali è quel mezzo secolo americano che oggi si riverbera nei costumi e negli stili di vita dei filippini e che ha ispirato la nuova edizione limitata di Don Papa, rum distribuito in Italia da Rinaldi 1957. Si tratta di una speciale selezione invecchiata in antiche botti di rye, il whisky di segale della tradizione rurale americana. Incontro e sintesi di fascino esotico ed echi di proibizionismo: questa la missione del Don Papa Rye Aged Rum che si presenta ricco e dolce, caratterizzato da profumi e sentori di pepe, liquirizia e miele selvatico e con il 45 per cento di gradazione alcolica. 

L'affinamento di 4 anni e 8 mesi nelle botti precedentemente occupate dal rye americano non toglie al rum filippino la sua tipica personalità che ha fatto del prodotto di The Bleeding Heart Company un fenomeno di successo anche in Italia. Don Papa, nome che rimanda a Papa Isio, eroe rivoluzionario nella guerra di liberazione dal dominio spagnolo, deve infatti il suo carattere alla melassa ricavata dalla canna da zucchero dell'isola di Nigros, detta Sugarlandia, cuore della coltivazione locale della pianta tropicale che è alla base della produzione di rum. 

A presentare in Italia la small batch Don Papa Rye Aged Rum nello splendido The Sanctuary di Roma sono stati Gabriele Rondani di Rinaldi 1957 e i vertici del marchio  Patrick McAleenan, Marilyn Meisner e Tamika Sewnarain, con il brand ambassador Walter Gosso a guidare gli ospiti nella degustazione del prodotto. 

 

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