Al congresso nazionale: "Interventi più veloci con tempi di recupero brevi e minori costi"
Minervini (Siu): "Anche in urologia rivoluzione robotica e telechirurgia"
Bari, 11 ott. (Adnkronos Salute) - "Stiamo assistendo in urologia, in medicina, in chirurgia ad una rivoluzione robotica. Tantissimi interventi che dapprima venivano eseguiti con una chirurgia a cielo aperto oggi vengono eseguiti in robotica, che ha soppiantato, in tantissimi centri italiani, la laparoscopia con una diffusione estremamente importante in tutta la Penisola. Il capostipite è stato l'Intuitive, il Surgical System, il robot Da Vinci. Oggi stiamo assistendo a una diffusione di altre piattaforme, alcune già in commercio, altre in arrivo, da utilizzare in molteplici chirurgie, molteplici piattaforme robotiche e, in futuro anche in telechirurgia". Così Andrea Minervini, responsabile Ufficio Ricerca della Società italiana di urologia (Siu), in occasione del Congresso nazionale Siu in corso a Bari fino al 13 ottobre spiega le novità in ambito chirurgico.
La telechirurgia è "la possibilità di operare dal proprio centro anche a molte migliaia di chilometri di distanza. Questo - illustra Minervini - è uno dei futuri possibili che ci permetterà di svolgere i nostri compiti stando comodamente seduti negli ospedali, nei nostri studi ma operando anche in altri continenti". Tra i risvolti di questa tecnologia, "dal punto di vista del paziente", può portare a "una migliore gestione delle liste d'attesa e di una serie di problematiche". L'evoluzione della "chirurgia robotica sta rendendo gli interventi molto veloci, con tempi di recupero sicuramente più rapidi dovuti alla mininvasività e al fatto che ci permette di ingrandire molte volte il campo operatorio e quindi stare attenti ai particolari chirurgici, migliorando anche la qualità dell'intervento. Questo vuol dire minori perdite ematiche - elenca lo specialista - recupero più rapido e rientro alle attività lavorative in tempi più brevi. I tempi di degenza, per il tumore della prostata, oggi giorno sono di 48-72 ore, sempre più tendenti alle 48 ore, questo vuol dire - conclude - che il paziente in ospedale ci sta 2 giorni, quindi tempi molto molto rapidi e questo a vantaggio anche della società, della produttività e del Pil nazionale".