Crema a base di ruxolitinib indicata dai 12 anni per forma non segmentale con interessamento del viso, è su prescrizione specialistica

Aifa approva il rimborso per il primo trattamento specifico per vitiligine

Roma, 27 mag. (Adnkronos salute) - L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha concesso la rimborsabilità di Opzelura* (ruxolitinib) crema 15mg/g, primo e unico trattamento specifico per la vitiligine non segmentale con interessamento del viso, la forma più diffusa, in adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età. Lo annuncia in una nota Incyte, azienda biofarmaceutica globale che ha sviluppato il prodotto, precisando che il medicinale è soggetto a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, e vendibile al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti dermatologi.

Molto visibile a causa delle caratteristiche macchie bianche, ma poco conosciuta e spesso ridotta a un semplice problema di natura estetica, la vitiligine è una malattia cronica autoimmune che colpisce tra lo 0,5% e il 2% della popolazione mondiale e che ha un forte impatto dal punto di vista sociale, psicologico ed emotivo. Opzelura è il primo e unico farmaco che agisce sul meccanismo alla base della malattia, consentendo la repigmentazione della pelle. "Finalmente le persone affette da vitiligine avranno una possibilità di scelta - afferma Ugo Viora, presidente Anap Onlus, Associazione nazionale Gli Amici per la Pelle - Fino a oggi la mancanza di trattamenti efficaci per questa patologia è stato uno degli aspetti più impattanti sulla sfera psicologica dei pazienti: non avere una prospettiva di cura e assistere al progressivo fallimento degli approcci sperimentati porta i pazienti a vivere un senso di frustrazione e sconfitta. Non a caso, ansia e depressione risultano rispettivamente il 72 % e il 32% più diffuse nelle persone affette da vitiligine rispetto al resto della popolazione. L'arrivo di un primo trattamento specifico per la vitiligine cambierà la prospettiva di migliaia di pazienti e dei loro familiari".

  

Ruxolitinib fa parte di una classe di inibitori della Janus chinasi, noti anche come Jak inibitori. Già utilizzati con successo in oncologia e in diverse malattie dermatologiche, rappresentano un'importante novità rispetto ai rimedi usati fino ad oggi per la vitiligine - si legge nella nota - perché agiscono in modo specifico sul meccanismo patogenetico alla base della malattia, consentendo di avviare il processo di repigmentazione.

"I dati a sostegno mostrano che ruxolitinib ha il potenziale di fare la differenza nella vita delle persone che vivono con questa condizione - spiega Giuseppe Argenziano, presidente della Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (Sidemast) - I risultati degli studi clinici di fase 3 (True-V1 e True-V2) hanno infatti dimostrato l'efficacia del farmaco nel portare un significativo miglioramento della repigmentazione delle lesioni sia del viso che del corpo negli adulti e negli adolescenti a partire dai 12 anni di età. I trattamenti impiegati sino a oggi - ricorda - erano corticosteroidi o inibitori della calcineurina topici, che tuttavia non producono risultati soddisfacenti e presentano limitazioni per eventi avversi. L'arrivo di ruxolitinib rivoluziona completamente lo scenario, offrendo ai pazienti un beneficio clinico importante e duraturo, con un impatto positivo sulla qualità di vita".

In Italia sono circa 330mila le persone affette da vitiligine, patologia cronica autoimmune che, come tale, si associa spesso ad altre problematiche come le malattie tiroidee, le malattie infiammatorie croniche intestinali, il diabete mellito e l'alopecia areata. Questa caratteristica, insieme alla patogenesi complessa e alla progressione imprevedibile, rendono la vitiligine una patologia impegnativa da trattare per lo specialista. Per Angelo Valerio Marzano, direttore Dermatologia Fondazione Irccs Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e membro del direttivo Sidemast, "l'arrivo di ruxolitinib è un cambiamento che renderà ancora più importante l'alleanza tra medico e paziente. Molti dei pazienti con vitiligine, infatti, potrebbero essere demotivati dal precedente fallimento di numerosi approcci terapeutici. La media dei pazienti - precisa - ne sperimenta fino a 6 senza ottenere risultati soddisfacenti. Il ruolo dello specialista sarà pertanto fondamentale nel far comprendere l'innovazione alla base di ruxolitinib e l'importanza dell'aderenza terapeutica per massimizzare l'efficacia del farmaco".

"Siamo orgogliosi che il frutto della ricerca Incyte possa contribuire a dare una risposta significativa a tutti i pazienti che, prima di oggi, non avevano una soluzione efficace per gestire la vitiligine - dichiara Onofrio Mastandrea, vicepresidente e General Manager di Incyte Italia - il nostro impegno si concentra su patologie difficili da trattare, con l'obiettivo di aprire nuovi percorsi per scoprire trattamenti di prima generazione. Ruxolitinib è un esempio concreto e inaugura la nostra presenza in dermatologia, area che ci vedrà protagonisti nel futuro, con importanti novità attese anche sul fronte della dermatite atopica e dell'idrosadenite suppurativa. Il costante impegno di Incyte nella ricerca - in Italia l'azienda investe oltre l'80% delle sue revenue in R&S - si traduce in una pipeline solida e promettente, che guiderà la nostra crescita futura".