Ucraina: Petrocelli, 'io filoputiniano? Neo maccartismo dilagante'/Rpt
Roma, 5 giu. (Adnkronos) - "Io putiniano? Ormai nel nostro Paese c'è un neo maccartismo dilagante, che continua a crescere e non credo si fermerà". Il senatore Vito Petrocelli, interpellato dall'Adnkronos, si dice "non sorpreso" di essere citato dal Corriere oggi in un pezzo sui 'putiniani d'Italia'. "Non è una novità. Dal giorno in cui ho votato contro la risoluzione del governo sull'invio delle armi in Ucraina è sempre stato così. Non mi sorprende. E' un clima che non mi piace, un neo maccartismo appunto, e non credo finirà".
Ma è vero che attivisti filo Putin hanno scatenato una campagna di mail bombing verso indirizzi di posta elettronica del Senato in sua difesa, dopo che Giuseppe Conte le chiese di lasciare la presidenza degli Esteri? "Non è corretto come è stato riportato. E' un cosa di cui sono al corrente perchè quelle mail sono arrivate anche a me. C'è stata una campagna di mail bombing, durata circa due settimane, destinata a tutti i componenti della commissione Esteri - me compreso - e ai componenti della Giunta per il Regolamento. Un testo ben preciso in cui c'era scritto 'siamo contrari' alla rimozione di Petrocelli dalla presidenza della commissione... una cosa del genere, insomma si chiedeva di non procedere e rispettare il diritto a votare in un certo modo".
Chi ha mandato quelle mail? "Erano indirizzi mail con nome e cognome di chi mandava quella mail e condivideva un appello. In alcuni casi c'erano anche le città di provenienza. Non credo fossero profili finti o hacker. Del resto non è la prima volta che succede. Ci fu una analoga campagna di mail bombing sulla proposta del Pd sullo Ius Soli, anche in quel caso durò alcune settimane".
Senatore Petrocelli, come sono i rapporti con i suoi ex-colleghi dei 5 Stelle? "Alcuni rapporti di amicizia che ho avuto in questi anni sono rimasti gli stessi ma con altri il rapporto si è deteriorato. Quando 12 anni fa mi sono avvicinato ai 5 Stelle condividevo al 50% le parole d'ordine, allora il Movimento era davvero popolare come lo era il Pci negli anni '500 e '60 e quindi ho accettato di condividere alcune cose. Mi stava bene fino a otto, nove mesi fa ma poi con il governo Draghi si è rotto qualcosa. Ho tirato avanti fino a che ho resistito ma poi con la questione della guerra si è andati oltre".
Che c'è nel suo futuro? Pensa a una lista 'pacifista'? "Io non escludo nulla al 100% ma allo stato attuale non mi riconosco in nulla. Del resto lo avevo detto anche a Conte che non avevo intenzione di tentare una nuova candidatura parlamentare, per me il terzo mandato era fuori luogo. Preferirei fare altro, lavorare nel contesto delle relazioni internazionali".