Calcio: Chiellini, 'lascio senza rimpianti, vittoria all'Europeo il ricordo più bello'

Firenze, 30 mag. - (Adnkronos) - Da Wellingborough a Londra, un viaggio di 96 chilometri durato 22 anni. Giorgio Chiellini chiuderà mercoledì a Wembley nella ‘Finalissima’ con l’Argentina la sua carriera in Nazionale, un film lungo e avvincente le cui riprese sono iniziate il 7 aprile 2000 per l’appunto a Wellingborough, quando con la Nazionale Under 15 affrontò in amichevole l’Inghilterra (2-2 il risultato). Fu solo la prima delle sue 71 presenze con le Nazionali Giovanili, con cui ha conquistato un Europeo Under 19 nel 2003 in Liechtenstein e una medaglia di bronzo con l’Under 21 ai Giochi Olimpici di Atene 2004. Poi il passaggio naturale in Nazionale maggiore, dove esordì con Marcello Lippi nel novembre 2004 in occasione di un’amichevole con la Finlandia. A Londra arriverà a 117 caps, raggiungendo Daniele De Rossi al quarto posto nella classifica di presenze di tutti i tempi, ma con l’amico e compagno di sempre Leonardo Bonucci in corsia di sorpasso a quota 115.

“Mi mancheranno tutti i ragazzi – le sue parole in conferenza stampa – la quotidianità, l'emozione, il confronto. Ho avuto il piacere di condividere lo spogliatoio con tanti giovani, che ho trattato sempre come dei fratellini. Mi è piaciuto entrare in questo ruolo di fratello maggiore. Con gli anni sono riuscito a vivere con un po' più di leggerezza e serenità tutto ciò che facciamo, l'esperienza ti forma e ti migliora. Credo sarà così anche per i ventenni di oggi". Chiuderà a Wembley Chiellini, in quello stadio che un’estate fa gli ha regalato la gioia più grande: “Tra i ricordi più belli metto la vittoria dell'Europeo e la serata di mercoledì, sono tanto felice. Poi c'è l'esordio, che è sempre bello e magico. Ho avuto una carriera inimmaginabile. La Nazionale è il sogno di tutti i bambini e non avrei mai potuto immaginare di fare un percorso del genere”.

  

Alla grande soddisfazione per il successo a EURO 2020 fa da contraltare la delusione per gli ultimi due Mondiali mancati e per le esperienze tutt’altro che indimenticabili in Sudafrica e Brasile: “Io credo nel destino. Nel 2006 ero parte del gruppo, ma poi giustamente non andai in Germania. Nel 2010 e nel 2014 abbiamo vissuto Mondiali deludenti. Volevo cambiare la mia storia con i Mondiali, ma purtroppo non ce l'ho fatta. Al contrario, gli Europei li ho sempre vissuti da protagonista. Non ho rimpianti. Mi sto godendo le ultime settimane, prima alla Juventus e poi con la Nazionale”.

Chiellini mancherà in campo ma anche nello spogliatoio, dove da vero capitano ha sempre fatto da chioccia ai tanti giovani che affacciavano per la prima volta in Nazionale, dispensando consigli e sorrisi e, all’occorrenza, anche qualche rimprovero: “I giovani ci sono e quelli bravi stanno anche giocando. Tante volte si esaspera un problema che io non vedo. Ci sono alcuni reparti più affollati, altri meno, ma fa parte del momento. Questi ragazzi stanno portando avanti un percorso nelle Under con una qualità tecnica molto alta. Bisogna ripartire dalle cose fatte bene, sono molto fiducioso per il futuro”.

A raccogliere la fascia al braccio, alla Juventus come in Nazionale, sarà un amico e compagno di tante battaglie, quel Leonardo Bonucci con cui per anni ha dato vita insieme ad Andrea Barzagli alla BBC più temuta dagli attaccanti: “Prima come capitano c'era Buffon, che era diverso, prima ancora Cannavaro che è un altro tipo di persona. Per ogni capitano e persona, la cosa importante è essere se stessi. L'importante è essere di aiuto e supporto per i compagni, ma ognuno ha le proprie caratteristiche e Leo lo farà bene".

L’erede designato è invece Alessandro Bastoni: “Credo che abbia un futuro radioso dinanzi a lui. Glielo dico da tempo, dalla prima volta che l'ho visto. Poi sui nuovi non voglio sbilanciarmi, perché non li conosco bene. Bastoni deve solo giocare, sbagliare e migliorare: a 23 anni non si può essere perfetti, ma lui ha tutto per fare 10-12 anni in maglia azzurra".

Detto che è giusto ripartire con Mancini (“è garanzia di crescita, con lui si potrà difendere il titolo europeo tra due anni”), la speranza è che in Italia continuino a crescere difensori del calibro di Giorgio Chiellini: “Sono cresciuto vedendo Fabio Cannavaro, che secondo me è stato il più grande marcatore. Non dobbiamo perdere il piacere del contatto con l'avversario, con l'attaccante. Bisognerebbe mettere nei settori giovanili qualche difensore vecchio stampo. Poi certo ci si può evolvere, io stesso mi sono evoluto nel corso della mia carriera”.

Mercoledì l’Italia, che per l’occasione scenderà in campo con la nuova maglia, dovrà vedersela con una delle avversarie più forti nel panorama mondiale, imbattuta negli ultimi tre anni e reduce da una striscia di 31 risultati positivi. Con l’Argentina non ci saranno Kean e Zaniolo, che vista l’indisponibilità per le prossime gare lasceranno nel pomeriggio Coverciano. Per Chiellini sarà l’ultimo discorso alla squadra: “Non ho ancora pensato a cosa dirò, probabilmente proverò a farli sorridere”. Ma non è da escludere che possa cadere anche qualche lacrima.