Calcio: Klopp, 'Real sa come vincere le finali ma noi più esperti del 2018'

Liverpool, 25 mag. - (Adnkronos) - "Il Real Madrid è una squadra di livello mondiale che sa come vincere le finali. Il centrocampo delle squadre che si sono affrontate nel 2018 è rimasto pressoché invariato. La loro difesa è cambiata molto. In attacco non c'è Cristiano Ronaldo, è vero, ma Karim Benzema è ancora lì, con giovani brasiliani molto forti Vinícius Júnior e Rodrygo e tutto il resto, quindi rimane una grande squadra. Sicuramente è un bene aver già giocato qualche finale. L'ho detto dopo aver vinto contro il Tottenham: in tutte le finali precedenti, avevamo giocato meglio ma abbiamo perso. Dobbiamo imparare a vincere le finali a volte ci siamo riusciti, magari non in Champions, ma altre volte. Siamo più esperti e direi che va bene così". Lo dice l'allenatore del Liverpool Juergen Klopp, al sito dell'Uefa, a tre giorni dalla finale di Champions contro il Real Madrid, che sconfisse per 3-1 i Reds nella finale di Kiev.

"Abbiamo giocato contro di loro e abbiamo perso. Che tipo di reazione vorreste? Il bello è che abbiamo giocato contro il Real Madrid a Kiev nel 2018, abbiamo vinto a Madrid [nel 2019], ma in uno stadio diverso l'Estadio Metropolitano dell'Atlético e ora giochiamo di nuovo contro il Madrid. Quindi, in finale di Champions League, Madrid c'entra sempre -aggiunge il tecnico tedesco-. C'è la sensazione che vogliamo mettere le cose a posto, certo, ma non può essere il nostro pensiero principale. Se andiamo lì e pensiamo a cose come "Rivincita! Vendetta!", non va bene, non funziona così. Non siamo così, siamo arrivati in finale in un modo diverso. Dobbiamo giocare come sappiamo ed è quello che proveremo a fare".

  

Tanti complimenti al collega dei blancos, Carlo Ancelotti. "Di recente ho visto le foto degli attaccanti che ha allenato e ho pensato: C'è qualche campione che non ha allenato?. È pazzesco. Poi è una persona simpaticissima. Ha un grande successo e ispira le squadre fare a cose incredibili".

Infine Klopp parla della sua eredità a Liverpool. "Non so cosa voglio che la gente pensi di me. Quello che voglio fare per ora è dare una struttura e una certa cultura al club; quando me ne andrò, la giusta struttura e la giusta cultura non dovranno dipendere dalle persone, ma dal club. Se le cose vanno bene, allora potrà continuare così. È questo è il mio obiettivo, ma il mio ragionamento tiene solo se vinciamo qualcosa. La gente non mi chiede mai quale eredità voglio lasciare alla squadra, ma una volta mi è stato chiesto cosa vorrei vedere scritto sulla mia lapide. Sinceramente, qualcosa come 'Era un bravo ragazzo'. Basterebbe questo, perché tutto il resto è... In effetti è questa la mia unica preoccupazione: non buttare giù altre persone per avere successo. Non è mai successo finora e non inizierò adesso".