Scuola, Pacifico (Anief): "In piazza per dire no a manovra che non mette soldi per istruzione"
Roma, 10 dic. (Labitalia) - "Siamo qui in migliaia a Roma e in tutta Italia, oggi le scuole sono chiuse perché la scuola merita di essere ricordata dalle famiglie e dagli studenti italiani, ma soprattutto merita di essere ricordata dal governo perché in questo momento la legge di Bilancio non mette i soldi per la scuola". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Marcello Pacifico, presidente Anief, a margine del sit-in davanti al ministero dell'Istruzione organizzato insieme alle altre sigle sindacali.
"Facciamo fronte comune - rimarca - contro le politiche del governo che hanno prodotto una Legge di Bilancio che per l’istruzione non prevede alcun investimento".
"'La scuola merita rispetto' - ricorda - è il motto scelto da Anief, anche nella piattaforma rivendicativa, mentre al Senato sono in corso di votazione gli emendamenti alla legge di Bilancio e al decreto legge sull’obbligo vaccinale che il sindacato reputa illegittimo e contro il quale ha prodotto un doppio ricorso. Non ci sono soluzioni sul precariato e ancora una volta non ci sono le risposte per fare didattica in sicurezza e in presenza".
"Oggi siamo - sottolinea - in piazza, soprattutto il personale della scuola, perché vogliamo che il governo dia delle giuste risposte al Patto per la scuola che aveva siglato nella scorsa primavera".
"La decisione - sottolinea - di fermare le scuole giunge per la grande delusione per le decisioni prese dal governo italiano per il rilancio della scuola, a partire dallo schema della Legge di bilancio 2022 e dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanze 2021, che disattendono totalmente il 'Patto per la scuola al centro del Paese', sottoscritto lo scorso maggio dal ministro dell’istruzione e dalle confederazioni sindacali, relativo alla necessità di adottare interventi urgenti, strutturali e organici per rilanciare il sistema nazionale di istruzione: invece, non si ravvisa alcun provvedimento per sdoppiare le classi, aumentare gli stipendi per portarli finalmente ad una dimensione europea, incrementare gli organici, le scuole e il tempo scuola, assumere tutti i precari, a partire dai diplomati magistrale che attendono anche da decenni".
A convincere il sindacato a scioperare e scendere in piazza c’è anche l'imposizione dell’obbligo vaccinale Covid-19 per il personale scolastico, a partire dal prossimo 15 dicembre, che peraltro segue l’introduzione dell’obbligo di possesso ed esibizione dal 1° settembre 2021 della certificazione verde Covid-19, procedendo in entrambi i casi alla sospensione dal servizio e della retribuzione, ma violando la normativa comunitaria richiamata nella raccomandazione dell'assemblea del Consiglio d'Europa numero 2361/2021 proprio contro l'obbligo vaccinale. Nel frattempo, in attesa delle pronunce di merito sull'obbligo di green pass, Anief ha prodotto un nuovo ricorso contro l'estensione dell'obbligo vaccinale ai lavoratori della scuola, oltre che alle forze dell'ordine e ai militari.