Manovra: tributaristi, 'revisione dell'Irpef e cancellazione Irap'
Roma, 25 nov. (Labitalia) - Il presidente ed il vice presidente dell'Istituto nazionale tributaristi (Int), Riccardo Alemanno e Giuseppe Zambon, anche nella loro rispettiva veste di presidente e segretario generale dell'Osservatorio nazionale sulla fiscalità di Confassociazioni, hanno depositato, su richiesta dell'Ufficio di presidenza della commissione Bilancio del Senato, una memoria sulla Legge di Bilancio. Sono stati trattati principalmente temi di carattere fiscale e di semplificazione per imprese e professionisti, su cui Int e Confassociazioni hanno evidenziato che si sarebbe dovuto investire maggiormente sulla riduzione della pressione fiscale "anche riducendo interventi sui bonus a pioggia, sulle spese fiscali (c.d. tax expenditures) e tagliando i costi burocratici della Pubblica amministrazione".
- Revisione dell'Irpef: per una riforma dell'Irpef che abbia effetti positivi sul Paese occorre determinazione, in particolare è necessaria una riduzione dell'aliquota dello scaglione da 28.001 fino a 55.000 euro, attualmente del 38%, ma dovrebbe essere rivista, in virtù non solo di recupero di gettito ma anche di equità, quella dai 75.000 euro in su, che potrebbe passare per i redditi superiori ai 200.000 euro al 45%, come già in altri Paesi europei.
- Cancellazione Irap: cancellare un'imposta che ha nella base imponibile il costo del lavoro, ancorché ridotto negli anni, ed il costo dei finanziamenti per investimenti, sarebbe solo un atto di civiltà. Comprendendo però la necessità di affrontare gradualmente tale intervento, a causa delle scarse risorse finanziarie, si ritiene non più rinviabile l'annullamento per le micro Ires per gli enti e società di capitale (Ires che gradualmente dal 2008 in poi è stata ridotta di nove punti passando dal 33 al 24%). Con tale intervento, oltre alla riduzione della pressione fiscale si semplificherebbero le dichiarazioni dei redditi di imprese e lavoratori autonomi che non dovrebbero più rideterminare un imponibile specifico per l'applicazione dell'Irap".
- Bonus edilizi soggetti a continue modifiche normative: individuare una percentuale di incentivo di carattere strutturale e stabile per gli interventi edilizi volti alla tutela dell'ambiente e della sicurezza. Bisogna riflettere sul continuo utilizzo di bonus e detrazioni, che costringono il legislatore a continui interventi per arginare le truffe e trovare copertura finanziaria, creando situazioni di blocco nonché di estrema difficoltà nella gestione degli investimenti su immobili. Occorre inoltre ridurre il peso burocratico sui bonus, evitando, ad esempio, costosi controlli formali sui documenti che, se le banche dati digitali della P.A. fossero interoperabili, sarebbero superabili con un semplice controllo diretto dei documenti inviati alle varie piattaforme digitali. I bonus denotano un problema relativo alle frodi la cui prevenzione è necessaria, ma non a scapito dei contribuenti e delle imprese corrette, come invece è avvenuto con l'emanazione del decreto antifrode (d.l.157/2021) con effetti retroattivi e con complicazioni burocratiche che di fatto vanificano i bonus sugli interventi edilizi minori.
La memoria contiene anche indicazioni di semplificazione e tutela del contribuente, interventi senza oneri a carico dello Stato, tra i quali: il rafforzamento dello Statuto del contribuente con divieto inderogabile circa la retroattività delle norme; la possibilità di compensare crediti e debiti tributari tra i componenti del nucleo familiare definito una sorta di consolidato fiscale famigliare; la semplificazione delle compensazioni dei crediti per imprese e persone fisiche; la semplificazione deposito di atti presso le Cciaa.
"Nella Legge di Bilancio - ha dichiarato Alemanno - trovano ampio spazio interventi in ambito fiscale, in particolare in tema di rimodulazione dell'Irpef e dell'Irap attesi da tempo dai contribuenti e che aprono il percorso ambizioso di una quanto mai necessaria e non più rinviabile Riforma fiscale. Ci piacerebbe che tra gli interventi normativi trovasse collocazione anche l' inderogabilità del divieto di retroattività delle norme, unitamente alla riduzione seppur per gradi della pressione fiscale, sarebbe un ottimo inizio della riforma del nostro sistema tributario”.