Nel mirino un solo ingrediente, chi ha avuto precedenti reazioni va valutato da specialista prima dell'iniezione
Covid: da cibi a lattice, anche allergici possono vaccinarsi, studio
Milano, 20 apr. (Adnkronos Salute) - Anche le persone con gravi allergie ad alimenti, farmaci orali, lattice, punture di api o veleno, possono fare il vaccino anti-Covid in sicurezza. E' la conclusione a cui è approdato un team di esperti del Massachusetts General Hospital (Mgh) che ha raccolto e messo sotto la lente le informazioni relative a possibili reazioni allergiche post iniezione scudo - "casi che restano estremamente rari", puntualizzano - per capire come ridurre i rischi e stringere il cerchio sulle persone a cui va riservata una valutazione più approfondita prima della vaccinazione. Le ultime scoperte del gruppo sono pubblicate sul 'Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice'.
Nel mirino degli esperti resta un singolo ingrediente dei vaccini esaminati: il "glicole polietilenico". "Solo alle poche persone che hanno avuto una recente reazione allergica grave a questa sostanza ora consigliamo di rivolgersi a un allergologo o immunologo per una valutazione, che può includere test cutanei", spiega l'autrice senior Kimberly G. Blumenthal. L'indagine parte a fine 2020 e si è arricchita nel tempo. Gli autori del lavoro hanno esaminato tutte le informazioni relative a possibili reazioni allergiche alle vaccinazioni anti-Covid. Il team ha pubblicato adesso approfondimenti aggiornati, basati sulla supervisione di oltre 65mila dipendenti con ciclo vaccinale completato. Oltre alla guida aggiornata sui vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna, l'analisi include anche il vaccino Janssen (J&J), oggi negli States ancora sospeso e sotto valutazione per alcune segnalazioni di trombosi rare.
"Il primo obiettivo - afferma l'autrice principale, Aleena Banerji - è consentire a quante più persone possibile di ricevere un vaccino anti-Covid in modo sicuro ed evitare inutili esitazioni a causa della mancanza di conoscenze sulle reazioni allergiche ai vaccini". Con ulteriori dati clinici disponibili, i ricercatori propongono quindi un approccio modificato alla valutazione dei pazienti con una storia di allergie, partendo da una serie di domande iniziali chiare e semplici per identificare chi è candidabile a tutti i vaccini senza la necessità di una valutazione allergologica.
"Con più tempo ed esperienza, siamo stati in grado di restringere in modo significativo il gruppo di persone con precedenti allergie che richiedono una valutazione allergologica prima della vaccinazione", afferma Blumenthal. Le cliniche che somministrano vaccini anti-Covid, ribadiscono infine gli esperti, dovrebbero continuare a osservare le persone ad alto rischio per 30 minuti dopo la vaccinazione e dovrebbero avere personale addestrato a riconoscere e gestire le reazioni allergiche che possono verificarsi.