Ex Ilva: Confindustria Puglia, 'bene incontro con Giorgetti, supportare aziende filiera' (2)
(Adnkronos) - Una vicenda annosa, quella delle imprese dell’indotto ex Ilva di Taranto, sottolinea Confindustria Taranto, che, come è evidente, partendo dalla situazione peculiare dell’indotto, investe la ben più ampia e complessa questione del rilancio dello stabilimento jonico – e quindi dell’acciaio nazionale - in chiave industriale e ambientale. Aspetti che oggi sono stati puntualmente esposti al titolare del Mise alla presenza, oltre al Ministro Giorgetti, del Presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana, del rappresentante di Confindustria Taranto Piero Chirulli e dei referenti di Confapi e Confartigianato, a loro volta interessati dalla questione, per le loro imprese fornitrici, dei pagamenti non corrisposti.
I referenti di Confindustria, dopo aver illustrato per grandi linee la situazione complessiva, hanno avanzato al ministro una proposta condivisa in grado di poter supportare le imprese della filiera operante sul territorio nazionale sul piano della carenza delle liquidità. Si tratta, in sostanza, della cessione – a titolo oneroso – dei crediti non riscossi ad una società indicata dallo Stato, in modo tale da far ottenere alle aziende interessate la liquidità necessaria per il pagamento esclusivo di dipendenti, fornitori, imposte e contributi, (rinunciando pertanto ad altri usi, fra cui la distribuzione dei dividendi), in attesa che il gestore dello stabilimento possa risolvere i problemi causa dei ritardi dei pagamenti.
Una proposta che Giorgetti, dopo una panoramica sui principali aspetti attinenti al mercato dell’acciaio e le criticità circa l’attuale situazione dello stabilimento tarantino, riferisce Confindustria Taranto, "si è impegnato a valutare sulla scorta dell’ammontare degli stessi crediti (che attualmente si attestano intorno ai 30 milioni di euro) e dei requisiti che gli stessi presentano per poter essere factorizzati. Il ministro ha inoltre comunicato ai presenti che a breve i previsti 400 milioni che Invitalia verserà in vista dell’ingresso come azionista al 50% potrebbero servire, come è auspicabile, per un possibile anche se parziale ristoro della platea dei fornitori".