Covid: arcivescovo Milano, 'il virus occupa tutto, si torni a parlare d'altro'
Milano, 6 apr. (Adnkronos) - "Intendo lanciare un allarme: se il virus occupa tutti i discorsi, non si riesce a parlare d'altro. Quando diremo le parole belle, buone, che svelano il senso delle cose? Se il tempo è tutto dedicato alle cautele, a inseguire le informazioni, quando troveremo il tempo per pensare, per pregare, per coltivare gli affetti e per praticare la carità? Se l'animo è occupato dalla paura e agitato, dove troverà dimora la speranza? Se uomini e donne vivono senza riconoscere di essere creature di Dio, amate e salvate, come sarà possibile che la vicenda umana diventi 'divina commedia'?". Lo afferma l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, in un'intervista al Corriere della Sera. "Se l'animo è occupato dalla paura e agitato, dove troverà dimora la speranza?", si chiede l'arcivescovo.
"La città ferita non si lascia descrivere con una sola immagine. Io la vedo come un'orchestra che sta provando: ne vengono rumori dissonanti, pezzi di melodie, suoni sgraziati, passaggi virtuosi. I musicanti stanno provando: presto sarà eseguita la sinfonia. Io la vedo come una palestra: si praticano esercizi, ma non ci sono gare. Ciascuno pratica il suo sport: corrono, ma non vanno da nessuna parte. Tante solitudini: ciascuno ha cura di sé, si tiene in forma; meglio stare distanti dagli altri", continua Delpini.
Nei ritardi della campagna vaccinale in Lombardia Delpini dici che "forse nella complessità della macchina organizzativa si è inserito qualche algoritmo impazzito. Il personale che conosco io è dedito, attento, gentile, competente. Come può essere che ci siano tanti disagi per confusioni, indicazioni bizzarre, richieste inevase, attese deluse? Credo che gli esperti dovrebbero trovare l'algoritmo impazzito e ricondurlo al buon senso".