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Turismo: con big data e Hi-tech, per hotel risparmi e sostenibilità nel post Covid

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Roma, 24 mar. (Labitalia) - Le strutture alberghiere si concentreranno per una ripresa del turismo post Covid: da una recente ricerca dell'American Hotel & Lodging Association, pubblicata sul New York Times, è emerso come il 56% delle strutture abbia intenzione di sfruttare i Big Data e i sistemi in cloud per rendere i procedimenti più smart. In questo modo gli albergatori possono gestire prenotazioni, politiche di cancellazioni e rimborsi senza mettere piede nella proprietà, totalmente da remoto. Anche la sostenibilità ambientale diventa un punto focale per il futuro: dalla medesima ricerca è emersa come il 44% delle strutture punta a iniziativa eco-friendly che vadano a ridurre l'inquinamento atmosferico, sodisfando le esigenze dei clienti, soprattutto i più giovani.

Basti pensare, infatti, che il 62% dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni ha ammesso di voler soggiornare in strutture che facciano della Green Policy uno dei propri moniti principali. Attenzione anche all'igiene e alla sanificazione, richiesta dal 74% dei clienti prima di effettuare una prenotazione.

Andrea Montecchia, direttore dell'Hotel Sporting di Alba Adriatica, commenta il trend evidenziato dalla ricerca e dice: “L'unico modo per cercare di uscire da questa difficile situazione consiste nell'adeguarsi agli ultimi trend e la digitalizzazione è uno di questi. Per questo motivo, grazie al prezioso aiuto di Grempredictive, abbiamo implementato un sistema di big data volto a migliorare l'impatto ambientale della zona lavaggio e del servizio colazioni. Questo progetto di transizione 4.0 consentirà un miglioramento del decision making e favorirà la riduzione dei consumi di acqua, detersivi ed energia elettrica".

"Le stime di abbattimento dei consumi partiranno da un 15% e, tramite l'apprendimento connesso alla crescita dei big data, potranno arrivare anche al 30%. Si tratta di un progetto pilota studiato appositamente per capirne i vantaggi e continuare con gli investimenti nella cucina lavanderia e nella catena del freddo”, aggiunge Montecchia.

Anche l'attenzione all'igiene e alla sanificazione degli spazi è schizzata in cima agli interessi dei clienti: il 74% predilige hotel che possano garantire la massima pulizia, secondo quanto emerso da un recente sondaggio pubblicato sulla testata Cbs. Anche in questo caso la digitalizzazione rappresenta un viatico fondamentale: proporre soluzioni Hi-Tech che possano combinare santificazione e comfort dei clienti rappresenta il punto principale per una risalita. Ma non è tutto, perché molte strutture hanno intenzione di riconvertirsi a spazi appositamente dedicati per lo smart working, aumento a dismisura in tempi di pandemia. Sono infatti aumentate del 45%, secondo una recente ricerca pubblicata su Fox News, le ricerche di strutture che potessero ospitare manager e lavoratori intenti a organizzare la propria giornata tipo tra mille impegni e riunioni. E l'hotel rimane la struttura del relax per antonomasia.

L'importanza della digitalizzazione per la ripartenza degli Hotel è un pensiero condiviso anche da Ercole Vagnozzi, professore di Business Intelligence & Customer Relationship Management presso l'Università Alma Mater di Bologna fino al 2020 e Capo Economista di numerose startup: “I big data rappresentano il futuro e lo vediamo dal fatto che sono implementati in qualsiasi settore, anche nell'edilizia e soprattutto nel turismo. La creazione di big data attraverso sensori e monitoraggio in tempo reale permette, attraverso la predittività e l'intelligenza artificiale, di ottenere numerosi vantaggi. Si possono ad esempio integrare i dati interni e i big data di settore impiantistico e meteorologico, ottenendo benefici aziendali e ambientali”.

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