Pax mafiosa Ostia: Procura Roma chiede processo per due avvocati e Casamonica
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per gli avvocati del Foro di Roma Angelo Staniscia e Lucia Gargano e per Salvatore Casamonica, esponente di vertice del clan già detenuto al 41 bis nell’ambito dell’inchiesta sulla ‘pax’ mafiosa a Ostia. L’accusa per i tre è di concorso esterno in associazione mafiosa. L’inchiesta della Dda di Roma, coordinata dal procuratore aggiunto Ilaria Calo’ e dai pm Giovanni Musarò e Mario Palazzi, un anno fa aveva portato all’arresto di Gargano e di Salvatore Casamonica e successivamente all’iscrizione nel registro degli indagati dell’avvocato Staniscia. L’udienza preliminare è fissata per il 3 marzo.
Al centro dell’inchiesta che ha coinvolto prima Gargano e Casamonica e ora l’avvocato Staniscia, difensore tra gli altri di Roberto Spada finito in carcere per la testata al giornalista, la ‘pax mafiosa’ messa a punto nel dicembre del 2017 in un ristorante di Grottaferrata, alle porte di Roma. Un ‘summit’ a cui parteciparono Salvatore Casamonica, Fabrizio Piscitelli, alias ‘Diabolik’, il capo ultrà ucciso il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti, e l’avvocato Gargano con l’obiettivo di siglare la pax da tra gli Spada, famiglia egemone di Ostia, e il gruppo criminale capeggiato da Marco Esposito, detto ‘Barboncino’.
“Salvatore Casamonica e Lucia Gargano ricoprivano il ruolo di plenipotenziari del clan Spada con lo scopo, poi realizzato, di porre fine agli atti intimidatori perpetrati nei confronti del sodalizio - scriveva il gip Corrado Cappiello nell’ordinanza cautelare con cui aveva disposto un anno fa i domiciliari per l’avvocato e l’ordinanza cautelare in carcere per Salvatore Casamonica - mentre Fabrizio Piscitelli rappresentava gli interessi del gruppo capeggiato da Marco Esposito detto Barboncino”. L’avvocato “svolgeva il ruolo fondamentale di trait d’union - riportava l’ordinanza del gip—tra Carmine Spada detto Romoletto e Fabrizio Piscitelli, i quali non potevano incontrarsi perché il primo era sottoposto ad obbligo di dimora nel comune di Roma e il secondo a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Grottaferrata”.