Usa, Trump pronto a graziare 100 persone
(Adnkronos) - Il presidente uscente Donald Trump è pronto a graziare un centinaio di persone domani, ultimo giorno prima dell'insediamento di Joe Biden. Lo riporta la Cnn citando tre proprie fonti, secondo le quali ieri si sarebbe svolta una riunione alla Casa Bianca per definire la lista dei beneficiari, tra i quali non ci dovrebbe essere lo stesso Trump.
Il senatore Lindsey Graham, alleato di Trump, ha spiegato a Fox News che "in molti chiedono al presidente di perdonare" chi ha partecipato alla rivolta, ma "chiedere perdono per queste persone sarebbe sbagliato". Escluso dalla lista sembrerebbe essere anche Julian Assange. Incerta la presenza dell'ex consigliere di Trump, Steve Bannon.
Secodno quanto rivelano fonti del Washington Post, Trump ha trascorso gran parte della giornata di ieri a discutere con la figlia Ivanka, il genero Jared Kushner ed altri collaboratori la lunga lista di provvedimenti di grazia da annunciare tra oggi e domani. Il presidente starebbe inoltre prendendo in considerazione personalmente ogni caso della lista.
Rimane però ancora non chiaro il nodo centrale della questione dei provvedimenti di clemenza, cioè se Trump deciderà di intervenire con misure preventive per proteggere i suoi figli, i suoi principali collaboratori e sé stesso da eventuali inchieste federali. Secondo le fonti del Post, nonostante da tempo il presidente stia accarezzando l'idea, una decisione in proposito non è ancora stata presa, ed in particolare alcuni consiglieri gli avrebbero detto di non usare i poteri di grazia per tutelare sé stesso.
Da mesi si discute di questa eventualità, ma la misura avrebbe ora una particolare rilevanza dal momento che dopo l'assalto del 6 gennaio al Congresso da parte dei sostenitori del presidente Trump, dopo essere stato sottoposto ad un secondo impeachment potrebbe rischiare, una volta terminato il mandato, un'azione penale per aver istigato la folla all'insurrezione.
Finora Trump ha già graziato 94 persone, tra le quali i 49 provvedimenti, in maggioranza per amici ed alleati politici del presidente, firmati una settimana prima di Natale. Tra questi due condannati per il Russiagate, l'ex manager della campagna elettorale Paul Manafort e l'amico e consigliere Roger Stone. Già alla fine di novembre aveva perdonato Michael Flynn, l'ex consigliere per la Sicurezza Nazionale che aveva ammesso di aver mentito all'Fbi sui rapporti con i russi.
Tra i provvedimenti eccellenti già firmati, quello per Charles Kushner, il padre di suo genero anche lui immobiliarista, tre ex congressisti repubblicani e quattro ex contractor che erano stati condannati per l'uccisione di civili in Iraq.