Dilaga la protesta #ioapro1501. Tazza: “Basta chiusure e divieti”
Covid Italia, Sistema Impresa: "Ristoratori al limite sopravvivenza, subito riapertura"
Roma, 13 gen. (Labitalia) - Nelle regioni italiane dilaga la protesta #ioapro1501 che riunisce migliaia di ristoratori che hanno deciso di riaprire locali e ristoranti nonostante lo stop imposto dal governo. Un esito che le associazioni di categoria, a partire dalla confederazione Sistema Impresa che rappresenta 160mila micro e piccole aziende del terziario in tutta Italia, hanno cercato di prevenire ma come, spiega il presidente di SI Berlino Tazza, in assenza di una posizione costruttiva da parte del governo, “non è stato possibile evitare”. “Bisogna innanzitutto capire - continua il presidente Tazza - per quale ragione moltissimi imprenditori onesti decidano, a un certo punto, di riaprire l’attività e non rispettare i divieti del governo. Non stiamo parlando di delinquenti incalliti ma di professionisti che sono giunti al limite della sopravvivenza e che rischiano, da un momento all’altro, di trovarsi in mezzo alla strada con i propri collaboratori e le proprie famiglie. Il motivo della reazione, a mio avviso, è da rintracciarsi nella strategia perseguita dal governo che risulta ormai da mesi confusa, assurda e lontana dalla realtà”.
La confederazione ha più volte sottolineato come "nella strategia condotta dall’esecutivo si evidenzino alcuni aspetti critici che non sono mai stati risolti nonostante i ripetuti tentativi di dialogo e di confronto: le misure anticontagio sono state ritenute efficaci da Iss, governo e parti sociali; nei ristoranti è possibile mantenere il distanziamento; i ristori non permettono agli imprenditori di risollevarsi considerati gli alti costi fissi mensili e l’entità gravosa delle tasse alle quali sono sottoposte le attività".
Continua il presidente nazionale di SI Berlino Tazza: “Analizziamo la sequenza: prima è stato chiesto di fare investimenti onerosi per rispettare i protocolli sanitari. Poi è stata ordinata la chiusura. Quindi la riapertura a singhiozzo e, di nuovo, la chiusura. Poi è stata la volta dei ristori annunciati come un intervento salvifico e che invece sono assolutamente insufficienti. Ma come è possibile gestire un’impresa in queste condizioni?". "È del tutto evidente - avverte - che gli imprenditori non abbiano più fiducia verso chi ha il compito di tutelarli. Il governo, invece di continuare a generare provvedimenti liberticidi o ad illudere con sterili promesse di compensazioni, deve ordinare immediatamente il riavvio completo delle attività e permettere a chi sa lavorare di continuare a farlo in un regime di sicurezza. Da parte nostra, c’è stata una costante attività di stimolo e continuerà ad esserci per rappresentare il disagio di una categoria che è stata lasciata sola davanti alla crisi indotta dalla pandemia”.