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Venezuela, Onu: "Maduro responsabile gravi violazioni diritti umani"

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Ginevra, 16 set. (Adnkronos/dpa) - Il presidente venezuelano Nicolas Maduro è responsabile di gravi violazioni dei diritti umani nella violenta repressione dell'opposizione, con omicidi, sparizioni, torture e stupri. E' quanto si legge in un rapporto di 414 pagine, frutto di una missione d'inchiesta dell'Onu in Venezuela, che sarà discusso mercoledì della settimana prossima al Consiglio Onu dei Diritti umani a Ginevra.

Vi sono "ragionevoli" motivi di ritenere che il presidente, così come i ministri dell'Interno e la Difesa, abbiano "ordinato o contribuito ai crimini documentati", si legge nel rapporto. Il testo riporta oltre 5mila uccisioni da parte delle forze di sicurezza, casi di torture di dissidenti da parte dei servizi d'intelligence, con pestaggi, mutilazioni, stupri, elettrochoc e somministrazione di droghe. Viene anche denunciata la violenta repressione durante le manifestazioni di protesta con l'uccisone di decine di persone e una chiara politica di torture e maltrattamenti dei manifestanti arrestati.

Il rapporto si sofferma anche sulle oltre 400 persone uccise durante gli interventi anticrimine delle cosiddette "operazioni per la liberazione del popolo". "Tali uccisioni appaiono parte di una politica volta ad eliminare membri indesiderati della società sotto la copertura della lotta al crimine", ha dichiarato la presidente della commissione d'inchiesta, la portoghese Marta Valinas, un'esperta di diritti umani che ha lavorato alla Corte Penale internazionale.

L'inchiesta documenta fatti avvenuti sin dal 2014 e si basa su interviste con le vittime, i familiari e i loro avvocati, così come di funzionari venezuelani della sicurezza e la giustizia. Il rapporto si è avvalso anche di immagini satellitari, video e foto. Il governo di Caracas ha rifiutato ogni collaborazione con la missione d'inchiesta e vietato l'ingresso nel paese ai suoi membri.

Il rapporto esorta i governi e la Corte penale internazionale a intraprendere azioni legali per perseguire le violazioni dei diritti umani denunciate. Sei paesi americani hanno già presentato una richiesta in tal senso alla Corte Penale internazionale dell'Aja nel 2018.

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