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Draghi scandalizzato per il vaccino allo psicologo di 35 anni? Ma è stato lui a obbligarlo!

Franco Bechis
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Mario Draghi si è scandalizzato per gli italiani che saltano la fila per farsi il vaccino prima del loro turno, e nello sfogo avvenuto durante una delle sue rare conferenze stampa è esploso: "Ma con quale coscienza saltano la fila? Smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni, i giovani, i ragazzi, gli psicologi di 35 anni, queste platee di operatori sanitari che si allargano...". Argomento da spettatore assai condivisibile, perché sono gli ultrasettantenni a rischiare la vita e bisognerebbe vaccinare prima di tutti loro. Solo che a parlare era un premier, non un passante. E quindi uno che può stabilire per legge che i vaccini debbano in tutta Italia essere inoculati solo a chi ha più di 70 anni. Draghi non lo ha fatto, però.

 

 

 

 

Quanto al povero psicologo  di 35 anni preso di mira dal premier come "furbetto", c'è un antipatico problema in più. Il Draghi che si scandalizza per questo sembra omonimo del Draghi premier che ha messo la sua firma sotto il decreto legge anti-Covid del primo aprile che stabilisce l'obbligo vaccinale per tutte le professioni sanitarie, compresa quella dello psicologo, senza distinzione di età. Se non si rispetta e non si può essere adibiti ad altre funzioni senza contatto con il paziente, la pena è la sospensione dallo stipendio o dalla libera attività professionale fino al prossimo 31 dicembre.

 

 

 

 

 

Quindi delle due l'una: o il decreto Draghi sull'obbligo vaccinale portando la data del primo aprile era il più classico dei pesci di aprile un po' di cattivo gusto visto il periodo, o il premier mettendo nel mirino il povero psicologo di 35 anni ha fatto una brutta gaffe. Ma nessuno in conferenza stampa glielo ha fatto presente. Forse se ne è accorto lui, visto che ha voluto tornare indietro spiegando di avere fatto "solo un esempio" e di non avercela con gli psicologi. Ma non è stata gran retromarcia...

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