Il naufragio del premier
Prima salvo lui, poi gli italiani Conte ha fatto come Schettino
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Il 26 febbraio Palazzo Chigi ha ordinato mascherine, gel, guanti e amuchina per il governo. Solo il 9 marzo la stessa cosa fatta per gli italiani. Determine, ordinanze, dichiarazioni alle agenzie lo provano in modo inoppugnabile. In Italia prima sono stati messi sulla scialuppa di salvataggio dal coronavirus il premier Giuseppe Conte e i suoi collaboratori, poi una volta pieni i loro arsenali si è iniziato a pensare anche a tutti gli altri italiani, medici e infermieri compresi. Già il giorno 27 febbraio l'amministrazione di palazzo Chigi ha iniziato la trattativa diretta per avere mascherine chirurgiche, mascherine Ffp3, guanti in nitrile, camici protettivi e centinaia di taniche di gel disinfettante per proteggere il premier e chiunque lavorasse con lui, ottenendo da quasi tutte le aziende (fra cui una veneta e una del bergamasco) la fornitura in 5 giorni. Solo dopo che tutto è arrivato a palazzo Chigi, il 6 marzo, il premier Conte ha chiesto alla Consip e alla protezione civile di indire una gara rapida per mettere nelle stese identiche coindizioni di sicurezza tutti gli altri italiani. La gara è partita il 9 marzo ed ha avuto diverse vicissitudini, fra cui il recente arresto di uno degli imprenditori che era risultato all'inizio assegnatario di un lotto di masherine. E secondo il commissario Domenico Arcuri quella gara porterà il materiale necessario agli altri italiani troppo tardi almeno nel 50% delle fornmiture previste. Ma questo film, della scialuppa calata in mare per salvare il comandante prima che si approntassero quelle per gli altri purtroppo nella recente storia italiana l'abbiamo già visto. Accadde la notte del 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio. Stava naufragando la Costa Concordia, e il capitano della nave prima di mettere in salvo i passeggeri pensò a salvare se stesso. Quel capitano si chiamava Francesco Schettino, e non è che abbia preso applausi per quel modo di comportarsi. Anzi. Chissà cosa pensa di questa vicenda fotocopia Gregorio De Falco, all'epoca alla capitaneria di porto e oggi senatore?