Per paura del coronavirus
Nessuno ha mandato una coroncina per ricordare la scorta di Aldo Moro
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A 42 anni dall'agguato di via Fani del 16 marzo 1978 quasi tutti si sono scordati degli agenti che proteggevano il leader della Dc. I carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci e i poliziotti Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino persero tutti la vita quel giorno in cui fu rapito Aldo Moro. Non era mai accaduto in questo tempo che nessuno andasse il 16 marzo davanti alla lapide che ricorda l'assassinio dei cinque servitori dello Stato da parte delle Brigate Rosse. Ogni mattina presto l'area tutti gli anni veniva recintata per l'arrivo del presidente della Repubblica che posava una sua corona di fiori. E poi dietro lui i presidenti di Camera e Senato, le autorità di Roma e della Regione Lazio, i leader politici che volevano ricordare questo fatto decisivo nella storia di Italia. Lo ha sempre fatto anche il presidente della Repubblica attuale, Sergio Mattarella, che nell'era di Moro ha mosso i primi passi in politica. Quest'anno nessuno, e il Capo dello Stato non ha dato alle agenzie nemmeno un messaggio per ricordare. Tutta colpa del coronavirus e dell'Italia chiusa, che certo vietava assembramenti e cerimonie di ogni tipo. Ma almeno una autorità avrebbe potuto inviare se non una corona di fiori (i rivenditori sono chiusi), una persona che posasse un segno della memoria delle istituzioni. Che peccato. Siamo passati di lì stamattina davanti ai rosari posati dalla pietà popolare e ai vasetti di margherite portate ancora da chi non li ha dimenticati nelle settimane scorse. E un piccolo segno abbiamo provato a lasciarlo a nome di tutti: una preghiera.