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Usa o Cina, purché ci riempiano la pancina

Come si diceva un tempo: "Franza o Spagna, basta che se magna". In questo caso diventa: "Usa o Cina, basta che ci riempano la pancina". Sembrano esagerate le reazioni americane alla ipotesi di firma di accordi sulla via della seta cinese. Perché è un accordo commerciale sicuramente rilevante, ma come tanti altri firmati internazionalmente. C'è una avversione a questa scelta del governo di Giuseppe Conte che non convince troppo. Ad esempio il memorandum è stato firmato da altri 13 paesi europei, fra cui il Portogallo e la Grecia. Perché allora la Ue punta il dito e manda un avvertimento solo al governo italiano? E perché anche agli occhi degli americani la Cina non era un problema quando ha iniziato a colonizzare con le sue infrastrutture gran parte dell'Africa? E ancora: perché con i cinesi nasce un problema di sicurezza anche su un accordo commerciale e si sventolano le bandiere della democrazia e dei diritti umani, ma non faceva problema alcuno chiudere accordi con i fondi anche sovrani di Qatar e Arabia Saudita, noti paesi democratici dove i diritti umani vengono prima di ogni altra cosa? Ci si sente più sicuri a fare affari (l'Italia ha dato al Qatar negli anni pezzi di Sardegna, aziende importanti, una compagnia aerea) con paesi che notoriamente finanziavano i gruppi del terrorismo islamico? Ecco, appunto: c'è qualcosa che proprio non torna in questa levata di scudi...

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