Festival delle polemiche
Le giurie ribaltano il televoto. La vittoria di Mahmood diventa un caso politico
Stampa e giuria vip ribaltano il televoto da casa. È questa la sintesi della serata finale del Festival di Sanremo che ha visto il trionfo dell'italoegiziano Mahmood davanti al romano Ultimo e al trio pop-opera de Il Volo. Un finale perfetto, in anni in cui la contrapposizione tra presunte élite e altrettanto presunto popolo caratterizza il dibattito pubblico e sui social. Cos'è successo? Il terzetto di artisti - tutti giovani ma molto distanti l'uno dall'altro dal punto di vista musicale - si è misurato con il televoto che ha dato i seguenti risultati, resi noti da Lorenzo Pregliasco, cofondatore di YouTrend: Ultimo davanti a tutti con il 46,5%, seguito a distanza da Il Volo (39,4) e Mahmood (14). Ecco i risultati dettagliati: #Mahmood è balzato in testa grazie al 63% delle giurie (sala stampa e giuria d'onore), superando di poco Ultimo#Sanremo2019 #tvtalk pic.twitter.com/K1eqQaiSor— Lorenzo Pregliasco (@lorepregliasco) 10 febbraio 2019 A consegnare la vittoria a Mahmood sono state la sala stampa e la giuria d'onore che hanno votato per lui con percentuale bulgara: 64%. Per la cronaca, la giuria di qualità era composta dal compositore Mauro Pagani (presidente), il regista Ferzan Özpetek, le conduttrici tv Camila Raznovich e Serena Dandini, le attrici Claudia Pandolfi ed Elena Sofia Ricci, il giornalista Beppe Severgnini, e l'imprenditore e personaggio tv Joe Bastianich. "La gente è la mia vittoria. Da casa eravamo il quadruplo rispetto agli altri. Dalla parte vostra per sempre. Ci vediamo al tour e allo Stadio Olimpico", è il comprensibile sfogo di Ultimo, che però nella notte aveva usato toni aggressivi con i giornalisti. "Non ho mai avuto la pretesa di venire qui a Sanremo per vincere - ha detto Ultimo - al contrario di voi che me l'avete tirata. Io mi sono grattato, ma non è servito a nulla. Voi avete solo una settimana per sentirvi importanti - ha aggiunto - e in quella dovete sempre rompere 'er cazzo... Sono amareggiato, perché punto all'eccellente e non al buono". È un giallo anche la pagina Wikipedia di Mahmood. Molti utenti hanno notato che prima della proclamazione ufficiale l'enciclopedia libera - modificabile da chiunque - già lo dava come vincitore. Inevitabile che la vittoria del cantante di origini egiziane diventasse un caso politico. Salvini su twitter ha manifestato il suo tifo per Ultimo nella gara per la migliore canzone "italiana", ha sottolineato. "Chi ora sta usando la canzone che ha vinto Sanremo contro il Governo è un po' a pezzi e lasciatemelo dire, fa un favore a questo Governo", ha detto invece il Luigi Do Maio a margine dell'inaugurazione del Micam. "A me piaceva canzone di Cristicchi, non ha vinto e non per questo mi lamento" ha aggiunto Di Maio. Maria Giovanna Maglie, di cui si è parlato per una striscia quotidiana sulla Rai, ha sparato ad alzo zero sul verdetto del Festival di Sanremo, che ha visto vincere Mahmood grazie ai voti delle giurie, nonostante Ultimo sia stato il più televotato. "Un finale imbarazzante, tra La Stangata e la Sagra della castagna". "Un vincitore molto annunciato. Si chiama Maometto, la frasetta in arabo c'è, c'è anche il Ramadan e il narghilè, e il meticciato è assicurato. La canzone importa poco, Avete guardato le facce della giuria d'onore?", ha aggiunto la giornalista che secondo indiscrezioni è candidata alla conduzione di una striscia di approfondimento giornalistico su Rai1, dopo il Tg1 delle 20.30. Per rispondere alle critiche arrivate ai primi due post, Maglie ha twittato poi: "Meticciato: combinazione di elementi linguistici o culturali di diversa provenienza o natura. In questo caso privilegiato sulla qualità di una canzone. Per il resto, il razzismo è nella testa di chi legge e vorrebbe impedire il pensiero critico". Festeggia invece Foad Aodi, fondatore delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e dell'associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi). La vittoria di Mahmood "è la miglior risposta dall'Italia che crede nella meritocrazia nel dialogo e nell'integrazione. Auguriamo a tutti i cantanti buona fortuna e a Mahmood di cantare nel mondo prima di tutto da italiano e poi - aggiunge - di trasmettere nel mondo il vero valore della cultura e canzone italiana nonché la buona e proficua convivenza nonostante episodi isolati di discriminazione e strumentalizzazioni mediatiche e politiche sui migranti, rifugiati, arabi e musulmani".